2020, un anno di street art
Il 2020 disegnato sui muri delle città
Ci sono le donne di Lediesis che fanno l'occhiolino impavide, ritratte come Superwomen sui muri delle città italiane. Da Firenze ai vicoli pittoreschi di Trastevere, da Napoli a Milano: dalla divina Anna Magnani alla Sora Lella, icona popolare e simbolo della romanità, dall'attivista Greta Thunberg all'artista Frida Kahlo. Quest'anno si sono aggiunte al gruppo la "nostra" giornalista Giovanna Botteri, che ha raccontato lo scoppio della pandemia in Cina, sfidando fusi orari e isolamento e mettendo al centro la narrazione; Ellie Goldstein, la modella di Gucci con la sindrome di Down, che con la sua grazia ha bypassato gli stereotipi; Lashana Lynch prossima agente 007, testimone di un percorso di emancipazione e consapevolezza della donna in questo complesso periodo storico. Ci sono le donne in grembiule e mascherina, che sfornano crostate durante la quarantena con un occhio che ammicca e l'altro che sorveglia i diritti di chiunque. E Barbie, sponsor inconsapevole dell'uso dei dispositivi di sicurezza affissa alla vigilia della settimana della moda a Milano, nemmeno un mese prima del lockdown.
Alla pandemia, gli street artist hanno dedicato molte delle loro opere, fin da quando sembrava lontana. Così l"artista-attacchina" Laika ha rappresentato Sonia Hangzhou, proprietaria di un ristorante cinese molto conosciuto a Roma, con indosso una tuta di protezione e il motto Je ne suis pas un virus, un invito a criticare chi puntava il dito contro la Cina dopo la crisi di Wuhan.
Molte le incursioni di "arte nell'arte" sempre a tema Covid, come la Gioconda di Sergio "Osere" Rossi, ritratta con guanti e mascherina, e chiamata "La società malata", o il Bacio di Hayez rivisto al tempo del coronavirus da TvBoy che ha dedicato alle limitazioni introdotte dal Dpcm anche la sua Cena per Sei: Gesù è in piedi con la mascherina e divide la tavolata a metà per distanziare i commensali. Mentre Harry Greb si è ispirato a Il Quarto Stato per il suo murale chiamato Distanza sociale, un omaggio ai lavoratori in un primo maggio diverso da sempre che ritrae strade deserte e operai che, nonostante tutto, non rinunciano a scendere in piazza rispettando appunto la «distanza sociale». Sempre Greb si è ispirato anche al cinema per raccontare gli abbracci perduti a causa del virus, dedicando a chi a questi abbracci ha dovuto rinunciare il murale sullo Spallanzani di Roma. Si è ispirato a Qualcuno volò sul nido del cuculo per rappresentare l'abbraccio tra Jack Nicholson e Will Sampson, entrambi con mascherina e guanti.
Ci sono poi i murales dedicati agli "eroi" dei giorni più bui: quegli infermieri, medici e operatori sanitari che hanno portato il peso, in molti, troppi casi, pagando con la vita, della pandemia. Eroi, a volte dimenticati troppo in fretta, come quelli ritratti nei dipinti cancellati dell'ospedale Sacco a Milano.
Ma nel racconto di questo annus horribilis fatto dagli "artisti di strada" ci sono anche le battaglie del Black Lives Matter, delle donne polacche che si battono per il diritto all'aborto e di Zaki e Regeni che si abbracciano sotto a una didascalia che recita "Stavolta tutto andrà bene", riprendendo il motto dei primi giorni del lockdown. Ci sono i personaggi di cui si è parlato come Francesco Totti che libera in volo colombe bianche e ci sono i tanti volti di quelli ai quali abbiamo detto addio, da Ennio Morricone, aureola in testa e Oscar in mano, dipinto da Harry Greb, nel suo rione natale a Gigi Proietti ritratto sul "suo" Teatro Brancaccio da Maupal. Mentre, anche se risale a qualche anno fa, ancora non si ferma il pellegrinaggio davanti al gigantesco volto di Diego Armando Maradona, disegnato da Jorit e dedicato al calciatore scomparso poco dopo aver compiuto sessant'anni.
Nell'ultima foto, un murale apparso a Napoli rappresenta un uomo che porta il peso di una mascherina, siglata dalle cifre 2020, l'anno che non dimenticheremo mai.
Alla pandemia, gli street artist hanno dedicato molte delle loro opere, fin da quando sembrava lontana. Così l"artista-attacchina" Laika ha rappresentato Sonia Hangzhou, proprietaria di un ristorante cinese molto conosciuto a Roma, con indosso una tuta di protezione e il motto Je ne suis pas un virus, un invito a criticare chi puntava il dito contro la Cina dopo la crisi di Wuhan.
Molte le incursioni di "arte nell'arte" sempre a tema Covid, come la Gioconda di Sergio "Osere" Rossi, ritratta con guanti e mascherina, e chiamata "La società malata", o il Bacio di Hayez rivisto al tempo del coronavirus da TvBoy che ha dedicato alle limitazioni introdotte dal Dpcm anche la sua Cena per Sei: Gesù è in piedi con la mascherina e divide la tavolata a metà per distanziare i commensali. Mentre Harry Greb si è ispirato a Il Quarto Stato per il suo murale chiamato Distanza sociale, un omaggio ai lavoratori in un primo maggio diverso da sempre che ritrae strade deserte e operai che, nonostante tutto, non rinunciano a scendere in piazza rispettando appunto la «distanza sociale». Sempre Greb si è ispirato anche al cinema per raccontare gli abbracci perduti a causa del virus, dedicando a chi a questi abbracci ha dovuto rinunciare il murale sullo Spallanzani di Roma. Si è ispirato a Qualcuno volò sul nido del cuculo per rappresentare l'abbraccio tra Jack Nicholson e Will Sampson, entrambi con mascherina e guanti.
Ci sono poi i murales dedicati agli "eroi" dei giorni più bui: quegli infermieri, medici e operatori sanitari che hanno portato il peso, in molti, troppi casi, pagando con la vita, della pandemia. Eroi, a volte dimenticati troppo in fretta, come quelli ritratti nei dipinti cancellati dell'ospedale Sacco a Milano.
Ma nel racconto di questo annus horribilis fatto dagli "artisti di strada" ci sono anche le battaglie del Black Lives Matter, delle donne polacche che si battono per il diritto all'aborto e di Zaki e Regeni che si abbracciano sotto a una didascalia che recita "Stavolta tutto andrà bene", riprendendo il motto dei primi giorni del lockdown. Ci sono i personaggi di cui si è parlato come Francesco Totti che libera in volo colombe bianche e ci sono i tanti volti di quelli ai quali abbiamo detto addio, da Ennio Morricone, aureola in testa e Oscar in mano, dipinto da Harry Greb, nel suo rione natale a Gigi Proietti ritratto sul "suo" Teatro Brancaccio da Maupal. Mentre, anche se risale a qualche anno fa, ancora non si ferma il pellegrinaggio davanti al gigantesco volto di Diego Armando Maradona, disegnato da Jorit e dedicato al calciatore scomparso poco dopo aver compiuto sessant'anni.
Nell'ultima foto, un murale apparso a Napoli rappresenta un uomo che porta il peso di una mascherina, siglata dalle cifre 2020, l'anno che non dimenticheremo mai.