25 anni fa l'assassinio di Yitzhak Rabin
4 novembre 1995, il primo ministro israeliano viene ucciso nella Piazza dei Re d’Israele a Tel Aviv da un estremista di destra al termine di una manifestazione a sostegno degli accordi di pace di Oslo. Israele lo ha ricordato con 25 mila candele accese nella Piazza che ora porta il suo nome.
4 novembre 1995, il primo ministro israeliano viene ucciso nella Piazza dei Re d’Israele a Tel Aviv da un estremista di destra al termine di una manifestazione a sostegno degli accordi di pace di Oslo. Quella piazza oggi porta il suo nome e giovedì scorso, alla vigilia del venticinquesimo anniversario della sua morte, si è illuminata con la luce di 25 mila candele.
Yitzhak Rabin, nato a Gerusalemme nel 1922, guidò le truppe nella guerra del 1948 nella guerra d'indipendenza contro le forze arabe che tentavano di impedire la nascita dello Stato di Israele. Venti anni dopo, salito nella gerarchia militare, era capo di stato maggiore dell'esercito quando Israele sconfisse gli Stati arabi vicini nella guerra del 1967.
Come primo ministro firmò gli accordi di Oslo del 1993 con i palestinesi, condividendo l'anno successivo con il leader dell'OLP Yasser Arafat un controverso premio Nobel assegnato per quella che allora fu considerata una svolta storica nella risoluzione di un conflitto decennale.
L'assassino, Yigal Amir, che sta scontando l'ergastolo in un carcere israeliano, era allora un venticinquenne, ex studente ultraortodosso di estrema destra, strenuo oppositore dell'iniziativa di pace di Rabin, in particolare proprio della firma degli Accordi di Oslo suggellati dalla storica stretta di mano con Arafat a Washington il 13 settembre del 1993.