25 anni senza Federico Fellini: dal neorealismo al sogno, ecco la sua straordinaria carriera
Il 31 ottobre del 1993 se ne andava uno dei geni del cinema mondiale. Questo racconto di Francesco Gatti fa parte dello speciale Ciak, Fellini! condotto da Laura Squillaci, con ospite in studio la giornalista Laura Delli Colli, presidente dei Giornalisti Cinematografici Italiani, corredato da servizi e testimonianze di personaggi che hanno lavorato con Fellini, come Gianni Fiore Coltellacci, e quelli di alcuni grandi cineasti contemporanei tra cui Steven Spielberg
L'arco espressivo di Fellini va dalla tenera ingenuità dell'adolescenza, alla rappresentazione degli ultimi come depositari della felicità (La strada), dalla provincia come luogo dell'incanto (I vitelloni) al mostro della metropoli (La dolce vita), dall'irrompere dell'inconscio (8 e 1/2) fino al lungo e addolorato viaggio nella memoria e nell'archetipo (tutta l'ultima parte della sua carriera tra Satyricon e Amarcord), fino al canto finale della solitudine dei poeti (La voce della luna). La sua influenza sul cinema internazionale è forte e continua ancora oggi: da Paul Mazursky a Martin Scorsese (che disegnò i suoi antieroi di Mean Streets avendo benpresente la struttura dei Vitelloni), fino a Spike Jonze e Charlie Kaufman, passando per Woody Allen, Rob Marshall, e naturalmente Paolo Sorrentino.