I beni sequestrati al duce e ai gerarchi fascisti, quando furono riconosciuti e fermati a Dongo (Como), il 27 aprile 1945. A settanta anni di distanza la destinazione dell’“Oro di Dongo”, appare abbastanza chiara. Alla fine di una serie di passaggi e probabilmente di appropriazioni indebite, quanto avanzato era stato consegnato a Bonelli, amministratore della federazione milanese del Pci, che negli anni ’90 ha ricostruito in modo dettagliato la destinazione finale di quanto requisito. Martino Seniga ne ha parlato con Giorgio Cavalleri