29 maggio 1953, la prima volta in vetta all'Everest, ma oggi anche lassù il sovraffollamento uccide
66 anni fa l'alpinista neozelandese Edmund Hillary e lo sherpa Tenzing Norgay conquistarono la cima della montagna più alta del mondo. Proprio oggi il Nepal inaugura il primo summit sull'Everest in mezzo alla bufera dopo la sequenza di decessi degli ultimi giorni e il dibattito sul rilascio dei permessi per l'ascesa di una vetta sempre più sovraffollata.
Il Nepal ha ricordato l'anniversario del primo scalata del Monte Everest in una stagione quella in corso segnata dal più alto numero di morti da quattro anni a questa parte dal dibattito se il governo debba limitare i permessi di ascesa per prevenire un sovraffollamento sempre più pericoloso sulla vetta più alta del mondo
Esponenti del governo nepalese tuttavia hanno detto oggi, durante l'evento che celebrava Edmund Hillary, che per il momento non ci sono piani per mettere un tetto ai permessi. Il Nepal è uno dei paesi più poveri del mondo e incamera ogni anno circa 300 milioni di dollari grazie a questi permessi e quest'anno ne sono stati rilasciati ben 381, una cifra record.
Undici persone sono morte lungo il versante meridionale dell'Everest in Nepal, probabilmente a causa del mal di montagna, che è indotto da basse quantità di ossigeno ad alta quota e può portare a mal di testa, vomito, mancanza di respiro e confusione mentale.
A causa dell'altitudine, gli scalatori hanno solo poche ore per raggiungere la cima prima di ritrovarsi a rischio di edema polmonare, con i polmoni che si riempiono di liquido per l'insufficienza respiratoria. Gli alpinisti hanno raccontato di ingorghi causati da scalatori inesperti che si sono ritrovati in difficoltà nella "zona della morte", la fase finale della salita dal campo quattro a 8.000 metri al picco di 8.850 metri.
Tra i morti quest'anno sul versante nepalese della montagna Don Cash, un direttore delle vendite dello Utah e Christopher Kulish, un avvocato del Colorado, entrambi morì mentre scendevano dalla vetta. Kulish, 62 anni, aveva appena raggiunto la vetta con un piccolo gruppo, racconta ad Associated Press il fratello Mark. Questo gli era valso un posto nel "Seven Summit Club" di alpinisti che hanno raggiunto le vette più alte di ogni continente. Cash, 55 anni, è collassato una volta raggiunta la cima, ha ricevuto i primi soccorsi e un massaggio cardiaco dalle sue due guide Sherpa. Si è alzato ma è caduto di nuovo di nuovo sull'Hillary Step, la prima cresta scendendo dalla vetta.
Sul lato settentrionale della montagna, in territorio cinese, un alpinista è morto il 23 maggio scorso durante la discesa. La società di trekking svizzera Kobler e Partner ha fornito solo il nome, Ernst. Mercoledì, il ministro del governo Gokul Prasad Baskota si è difeso dicendo che la congestione sull'Everest non è dovuta alla cattiva gestione dei permessi di arrampicata, ma all'addestramento inadeguato di alcuni alpinisti.
Il celebre alpinista sudcoreano Um Hong-gil, premiato dal governo nepalese durante l'evento commemorativo per il 66esimo anniversario dalla prima scalta, ha detto il il numero di alpinisti dovrebbe essere ridimensionato e solo quelli con un allenamento e una esperienza adeguata dovrebbero essere ammessi.
"Dovrebbero esserci sicuramente meno permessi rilasciati e solo scalatori esperti sull'Everest," ha aggiunto Um. Un tempo questa scalata, ha concuso, era possibile solo per alpinisti d'élite e benestanti. Molto è cambiato da quando scalò la montagna più alta del mondo per la prima nel 1988, in parte anche grazie agli enormi progressi della tecnologia delle previsioni del tempo che prevede in modo più preciso chiaro le condizioni, portando a queste file in prossimità della vetta. "Molte persone prendono la scalata dell'Everest molto alla leggera, come se fosse solo un divertimento e pensano di potercela fare anche senza molto allenamento."
L'Associazione alpinistica del Nepal, un corpo di operatori di spedizione, si è detta favorevole ai controlli che impongano agli scalatori che vogliano ottenere il permesso di prepararsi adeguatamente: "Il governo deve elaborare politiche rigorose per il controllo degli scalatori inesperti," dice il presidente dell'Associazione presidente, Santa Bir Lama.
Lama ha anche criticato le società di trekking private che sono più concentrate ad aumentare la loro clientela piuttosto che a questioni di sicurezza. Inoltre, sostiene Lama, i permessi del governo, che vengono spesso rilasciati solo pochi giorni prima delle spedizioni, dovrebbe essere rilasciati con mesi di anticipo per dare il tempo agli scalatori di prepararsi a dovere.
A volte tuttavia anche alpinisti esperti perdono la vita sull'Everest. "La montagna è sempre imprevedibile," dice Mingma Sherpa di Seven Summits Treks, una delle più grandi compagnie di spedizioni in Nepal. Sherpa dice che il governo non riuscirà a limitare il numero di permessi: "Persone da tutto il mondo vogliono venire a visitare l'Everest e questo è un fatto che non può essere fermato."
Un'altra forma, paradossale e pericolosissima di 'overtourism' in quello che il romanticismo della montagna farebbe pensare come uno dei luoghi più inaccessibili e solitari del pianeta.