"Trecento anni di storia e neanche una penna bianca" È lo slogan scelto per festeggiare i 300 anni del Chianti Classico. Sono passati tre secoli dal 24 settembre 1716, giorno in cui il granduca Cosimo III de' Medici decise di emanare un bando per delimitare l'area in cui si produceva il vino Chianti Classico. Il bando si intitolava 'Sopra la Dichiarazione de' Confini delle quattro regioni Chianti, Pomino, Carmignano e Vald'Arno di Sopra', in cui l'area piu' estesa era rappresentata proprio da quel territorio compreso tra le città di Firenze e Siena in cui nasceva il vino Chianti, poi chiamato Chianti classico:
"... per il Chianti è restato determinato e sia - recita l'editto -. Dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena.....".
Risale invece al 1924 la nascita del consorzio del Chianti, al quale oggi aderiscono il 96% dei produttori, che si fregerà della dicitura 'classico' solo dal 1932, per distinguere le produzioni vinicole che rientrano nei confini storici del bando di Cosimo III de Medici. Nel 1984 è la volta dell'ottenimento della Docg. Fin dalla sua nascita l'organo consortile sceglie come proprio simbolo il 'Gallo nero', che sancì, secondo la leggenda medievale, l'unità politica dell'intero territorio chiantigiano.
Gli eventi per festeggiare il Gallo Nero
Per celebrare i 300 anni del territorio, il consorzio del Gallo nero ha dato vita a un programma di eventi che prende il via il 15 febbraio alla Stazione Leopolda di Firenze con la 'Chianti Classico Collection': 165 aziende presenteranno le ultime annate alla stampa e agli operatori del settore.
Tra gli appuntamenti anche una cronometro del Giro d'Italia (il 15 maggio, sul percorso di 42 chilometri Radda-Greve); incontri ed eventi (da maggio a ottobre) nella 'Casa del Chianti Classico' nell'ex convento di Santa Maria in Prato a Radda in Chianti. E ancora un convegno in Palazzo Vecchio a Firenze, seguito da un concerto al Nuovo teatro dell'opera il 24 settembre 2016, giorno del bando di Cosimo III.
Produzione e export
Il Chianti ha produzione di circa 800.000 ettolitri, un valore che si aggira intorno ai 400 milioni di euro e 110 milioni di bottiglie in commercio, apprezzate in oltre 70 paesi di tutti i continenti seppure con una spiccata concentrazione nei suoi mercati storici: Nord America, Germania e Giappone, e poi, i nuovi orizzonti come il Sud America, l'Asia
dove il consorzio sta sviluppando nuovi rapporti commerciali. Nel 2015 le vendite complessive del Gallo Nero hanno continuato il loro trend positivo, segnando un +8% rispetto all'anno precedente, merito sicuramente del forte impulso dell'export ma anche di una buona ripresa del mercato domestico. "Siamo molto soddisfatti dell'andamento del mercato del Chianti Classico - afferma Sergio Zingarelli, Presidente del Consorzio - un risultato che almeno in parte è stato determinato dall'effetto traino generato dalla Gran Selezione, che ha rilanciato il Chianti Classico sul palcoscenico della critica internazionale, posizionandolo fra le eccellenze enologiche mondiali.
Il vino toscano sempre più in primo piano a livello internazionale
Gli ultimi dati sull'export confermano il buon periodo della Toscana con una crescita di quasi il 22% sull'anno precedente, mentre la media italiana è del 5,4%. Secondo Toscana Promozione, l'agenzia della Regione per la promozione economica, il 2015 vede l'export vinicolo della Toscana a quota 923,4 milioni di euro. Un dato che potrebbe portare la Toscana al secondo posto in Italia per valore di esportazioni nel settore, dopo il Veneto e prima del Piemonte, che intanto sta perdendo quote. Dal 2003 ad oggi, il commercio estero dei vini toscani è cresciuto del 102,4% in valore, nonostante la crisi del 2008-2009 quando si registrarono due annate negative. Ma dal 2009 la crescita è stata costante ed è pari all'81%.