40 anni fa Cosa Nostra uccide il poliziotto Boris Giuliano
Il 21 luglio di 40 anni fa Cosa Nostra uccide Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo. Il suo metodo investigativo, condiviso con una squadra di uomini a lui legatissimi, ha rivoluzionato il modo di fare indagini in Italia, come aveva ricordato anche Giovanni Falcone. Il servizio di Stefano Corradino
"Il ricordo di Boris Giuliano rafforza la consapevolezza del valore della legalità come condizione di libertà e di coesione sociale e, con essa,l'impegno responsabile dell'intera comunità nazionale per giungere al definitivo sradicamento del criminale fenomeno mafioso".
Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda Boris Giuliano: "Nel quarantesimo anniversario del barbaro omicidio, la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, funzionario della polizia di straordinarie capacità, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia - si legge in una nota del Quirinale -In questo giorno di memoria desidero esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, a chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo, ai colleghi che hanno continuato con lo stesso coraggio l'azione di contrasto alla mafia e al crimine organizzato". Il capo dello Stato ha poi ricordato come Giuliano" è stato assassinato perché, grazie alle sue qualità investigative e all'efficacia di metodologie innovative, aveva inferto duri colpi a Cosa nostra, svelando catene di comando e portando alla luce legami internazionali, che sostenevano il traffico della droga".
Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda Boris Giuliano: "Nel quarantesimo anniversario del barbaro omicidio, la Repubblica si inchina nel ricordo di Boris Giuliano, funzionario della polizia di straordinarie capacità, servitore dello Stato fino al punto di pagare con la vita il coerente impegno per la legalità e la giustizia - si legge in una nota del Quirinale -In questo giorno di memoria desidero esprimere vicinanza e solidarietà ai familiari, a chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo, ai colleghi che hanno continuato con lo stesso coraggio l'azione di contrasto alla mafia e al crimine organizzato". Il capo dello Stato ha poi ricordato come Giuliano" è stato assassinato perché, grazie alle sue qualità investigative e all'efficacia di metodologie innovative, aveva inferto duri colpi a Cosa nostra, svelando catene di comando e portando alla luce legami internazionali, che sostenevano il traffico della droga".