50 anni di battaglie, il governo francese rinuncia alla costruzione del secondo aeroporto di Nantes
Hanno vinto i manifestanti, ma continua il braccio di ferro tra il premier francese Édouard Philippe e i 200 militanti che da anni occupano l'area. Ora, il governo intende sgomberare gli accampamenti e le baracche illegali entro primavera mentre i militanti vorrebbero restare a vivere qui
La battaglia è vinta. Il secondo scalo a Nantes non si farà, il governo ha rinunciato dopo cinquant'anni di lotta. Il movimento di protesta, però, considera questo luogo una casa dove poter restare. Negli anni, piccole abitazioni illegali sono diventate rifugio di chi ha presidiato i picchetti. Insomma, una sorta di punto di riferimento per i manifestanti che hanno dato anima e corpo e ora non saprebbero più dove andare. La scadenza è fissata: entro la primavera le autorità promettono un ritorno alla 'normalità'.
Ci sono voluti 50 anni di polemiche, ma alla fine il progetto che prevedeva la realizzazione dell'aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, che sarebbe stato il secondo aeroporto di Nantes, non si farà. Una decisione maturata "dopo un'attenta valutazione della situazione e della complessità tecnica dell'opera e analizzando le ripercussioni economiche ed ecologiche", ha dichiarato il premier francese Édouard Philippe. Le terre occupate in vista della costruzione dell'infrastruttura aeroportuale torneranno ad essere campi agricoli e non saranno utilizzate per ulteriori progetti. Parola di premier, che ha spiegato come la decisione sia in realtà una "mossa di pacificazione". Secondo Philippe: "I grandi progetti non nascono in un contesto esacerbato".
Philippe ha anche sottolineato che l'attuale scalo, l'aeroporto di Nantes-Atlantique, "sarà modernizzato rapidamente" e "sarà allungata la pista". Anche l'aeroporto di Rennes-Saint-Jacques sarà ampliato, mentre linee ferroviarie ad alta velocità che collegano l'Ovest della Francia con gli aeroporti di Parigi saranno rafforzate ulteriormente.
La reazione dei militanti
"È un'immensa gioia per tutti coloro che hanno lottato contro il progetto", ha detto Julien Durand, portavoce dell'Acipa, uno dei principali movimenti di opposizione allo scalo. "Sono contento di questo risultato. Sarei quasi tentato di dire: quanto tempo perso durante i dibattiti pubblici".
Alla decisione plaude anche il Wwf Francia. Secondo il direttore, Pascal Canfin: "Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron dà prova di coerenza: voler incarnare una leadership mondiale in materia di clima e realizzare questo nuovo aeroporto internazionale sarebbe stato incomprensibile".
Il nodo delle abitazioni illegali
I manifestanti incassano la vittoria e respingono al mittente eventuali espulsioni. "Gli occupanti illegali di queste terre dovranno andare via o verranno espulsi", ha ribadito il premier. "Metteremo fine alla zona di non diritto che prospera da oltre dieci anni", ha avvertito il braccio destro di Macron, assicurando, tra l'altro, che le tre strade che attraversano il sito verranno finalmente riaperte al traffico mentre la baraccopoli dei 'zadisti' dovrà essere completamente sgomberata entro la prossima primavera. "Le forze dell'ordine - ha avvertito - sono mobiliate per far rispettare questa decisione". La risposta del movimento dei 'zadisti', contrari alla costruzione dell'aeroporto, non si fa attendere. "Ci impegnamo a riaprire gli accessi alla strada provinciale d281, ma rifiutiamo ogni espulsione di chi è venuto ad abitare in questi ultimi anni nel boschetto per difenderlo e vuole continuare a viverci". Il braccio di ferro continua.
Ci sono voluti 50 anni di polemiche, ma alla fine il progetto che prevedeva la realizzazione dell'aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, che sarebbe stato il secondo aeroporto di Nantes, non si farà. Una decisione maturata "dopo un'attenta valutazione della situazione e della complessità tecnica dell'opera e analizzando le ripercussioni economiche ed ecologiche", ha dichiarato il premier francese Édouard Philippe. Le terre occupate in vista della costruzione dell'infrastruttura aeroportuale torneranno ad essere campi agricoli e non saranno utilizzate per ulteriori progetti. Parola di premier, che ha spiegato come la decisione sia in realtà una "mossa di pacificazione". Secondo Philippe: "I grandi progetti non nascono in un contesto esacerbato".
Philippe ha anche sottolineato che l'attuale scalo, l'aeroporto di Nantes-Atlantique, "sarà modernizzato rapidamente" e "sarà allungata la pista". Anche l'aeroporto di Rennes-Saint-Jacques sarà ampliato, mentre linee ferroviarie ad alta velocità che collegano l'Ovest della Francia con gli aeroporti di Parigi saranno rafforzate ulteriormente.
La reazione dei militanti
"È un'immensa gioia per tutti coloro che hanno lottato contro il progetto", ha detto Julien Durand, portavoce dell'Acipa, uno dei principali movimenti di opposizione allo scalo. "Sono contento di questo risultato. Sarei quasi tentato di dire: quanto tempo perso durante i dibattiti pubblici".
Alla decisione plaude anche il Wwf Francia. Secondo il direttore, Pascal Canfin: "Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron dà prova di coerenza: voler incarnare una leadership mondiale in materia di clima e realizzare questo nuovo aeroporto internazionale sarebbe stato incomprensibile".
Il nodo delle abitazioni illegali
I manifestanti incassano la vittoria e respingono al mittente eventuali espulsioni. "Gli occupanti illegali di queste terre dovranno andare via o verranno espulsi", ha ribadito il premier. "Metteremo fine alla zona di non diritto che prospera da oltre dieci anni", ha avvertito il braccio destro di Macron, assicurando, tra l'altro, che le tre strade che attraversano il sito verranno finalmente riaperte al traffico mentre la baraccopoli dei 'zadisti' dovrà essere completamente sgomberata entro la prossima primavera. "Le forze dell'ordine - ha avvertito - sono mobiliate per far rispettare questa decisione". La risposta del movimento dei 'zadisti', contrari alla costruzione dell'aeroporto, non si fa attendere. "Ci impegnamo a riaprire gli accessi alla strada provinciale d281, ma rifiutiamo ogni espulsione di chi è venuto ad abitare in questi ultimi anni nel boschetto per difenderlo e vuole continuare a viverci". Il braccio di ferro continua.