50 anni fa usciva l'album Led Zeppelin, pietra miliare del rock
Il 12 gennaio 1969 facevano ingresso nel mondo discografico i Led Zeppelin, con il loro primo, omonimo album
Il 6 maggio 1937 lo Zeppelin LZ 129 Hindenburg, il più grande oggetto volante mai costruito, prese fuoco mentre cercava di attraccare al pilone di ormeggio della Stazione Aeronavale di Lakehurst nel New Jersey. Fu completamente distrutto dalle fiamme nel giro di mezzo minuto e 35 delle 97 persone a bordo persero la vita nel disastro.
Trentadue anni dopo, un fotogramma dell'incidente, rielaborato dall'artista George Hardie, diventò la copertina del primo omonimo album dei Led Zeppelin, pietra miliare del rock. Era il 12 gennaio 1969 quando arrivò sugli scaffali dei negozi di dischi americani e quel dirigibile di piombo che sprizzava fuoco e fiamme, come quelle che animavano il loro rock blues, fu la perfetta metafora di quanto stava per accadere. Una rivoluzione musicale che Jimmy Page, fondatore dei Led Zeppelin, chitarrista e geniale creatore di riff e assolo leggendari, insieme a Robert Plant alla voce, John Paul Jones al basso e John Bonham alla batteria, preparò in 36 ore negli Olympic Studios di Londra. Tanto impiegò la band a registrare i 9 pezzi, 45 minuti di fuoco e fiamme appunto, rock e blues psichedelico a un budget irrisorio: 2000 sterline appena, compresa la storica copertina, il prezzo dell'indipendenza.
Tutto questo fu possibile anche grazie alla lungimiranza di Ahmet Ertegun, boss della Atlantic Records al 1841 della Broadway. Aveva già i Cream e Aretha Franklin in classifica, ma sapeva che i gusti dei giovani stavano cambiando: volevano rock violento in quattro quarti, meglio se anglosassone, suonato a un volume in grado di mettere in crisi gli amplificatori. Nel 1968, non esitò a mettere sotto contratto Jimmy Page appena arrivato da Londra, con il manager Peter Grant e due scatole di cartone in valigia che contenevano i nastri con le registrazioni del primo lavoro in studio dei Led Zeppelin. Si parlò di 200 mila dollari e la più alta percentuale sulle vendite mai accordata, oltre a un contratto che garantiva alla band e al suo manager il pieno controllo della produzione artistica. Non male per una band senza nessun album all'attivo. Per creare l'aspettativa suonarono nei luoghi chiave degli Stati Uniti, dal Fillmore al Whisky a Go-Go di Los Angeles al Kinetic Circus di Chicago, fino al Boston Tea Party.
Led Zeppelin (I)
Per incidere il primo album i Led Zeppelin avevano dato fondo al repertorio messo insieme fin dal primo tour scandinavo, quando ancora si chiamavano New Yardbirds: "Dazed and Confused", caratterizzata da un celebre assolo di chitarra suonato con un archetto da violino, "How Many More Times" e "Communication Breakdown", affiancate da brani presi dalla tradizione del blues e da Willie Dixon. Guai a dire cover. Pezzi come "You Shook Me" e "I Can't Quit You Baby" furono stravolte in chiave "hard", parola in verità mai amata dalla band. C'era anche lo struggente arpeggio di "Baby I'm Gonna Leave You", pezzo folk scritto da Anne Bredon nel 1950 famoso soprattutto per una cover di Joan Baez. Il resto è storia, l'album schizzò al decimo posto nella classifica Billboard e a luglio era già disco d'oro.
Mentre l'America impazziva, la critica tentennava: "Se sperano di riempire il vuoto lasciato dai Cream, dovranno trovare materiale degno di attenzione", scrisse Rolling Stone, definendo l'album "una brutta copia dell'ultimo lavoro di Jeff Beck". In patria, Radio One della Bbc ignorò il disco e ci vollero mesi prima che la testata underground "Oz" si accorgesse di trovarsi di fronte a "uno di quei rari album che sfidano la classificazione o la descrizione immediata, semplicemente perché sono un punto di svolta nella musica rock".
La reunion da Guinness
I Led Zeppelin si sono sciolti nel 1980, anno della morte del batterista John Bonham. Page e Plant hanno proseguito la propria attività musicale come solisti, incidendo insieme gli album No Quarter: Jimmy Page and Robert Plant Unledded e Walking into Clarksdale e ritrovandosi occasionalmente per esibirsi dal vivo nel corso di eventi commemorativi o celebrativi, talvolta con Jason, figlio di Bonham alla batteria.
Nel 2007 sono entrati nel Guinness dei primati a seguito dell'incredibile richiesta di biglietti per la loro esibizione alla O2 Arena di Londra - oltre 20 milioni in circa 24 ore - dove erano headliner in uno show di beneficenza dedicato alla memoria di Ahmet Ertegun, il fondatore della Atlantic. A quasi cinque anni di distanza, nel 2012, lo show diventa un film, "Led Zeppelin - Celebration day", proiettato nelle sale per un giorno soltanto, prima di essere distribuito sul mercato in molteplici formati fisici e digitali.
Obama e i Led Zeppelin
"Quando ero al liceo, avevo un amico che aveva i migliori amplificatori del pianeta. Quando i suoi genitori uscirono invitò me e altri amici ad ascoltare le canzoni dei Led Zeppelin così forte da far esplodere i vetri delle finestre". A pronunciare queste parole è nel 2008, Barack Obama, allora Presidente degli Stati Uniti, che il 2 dicembre 2012, nel corso della 35ª edizione dei Kennedy Center Honors, conferisce a John Paul Jones, Robert Plant e Jimmy Page il premio per il contributo da loro portato "alla vita culturale della nazione americana e del mondo".
Trentadue anni dopo, un fotogramma dell'incidente, rielaborato dall'artista George Hardie, diventò la copertina del primo omonimo album dei Led Zeppelin, pietra miliare del rock. Era il 12 gennaio 1969 quando arrivò sugli scaffali dei negozi di dischi americani e quel dirigibile di piombo che sprizzava fuoco e fiamme, come quelle che animavano il loro rock blues, fu la perfetta metafora di quanto stava per accadere. Una rivoluzione musicale che Jimmy Page, fondatore dei Led Zeppelin, chitarrista e geniale creatore di riff e assolo leggendari, insieme a Robert Plant alla voce, John Paul Jones al basso e John Bonham alla batteria, preparò in 36 ore negli Olympic Studios di Londra. Tanto impiegò la band a registrare i 9 pezzi, 45 minuti di fuoco e fiamme appunto, rock e blues psichedelico a un budget irrisorio: 2000 sterline appena, compresa la storica copertina, il prezzo dell'indipendenza.
Tutto questo fu possibile anche grazie alla lungimiranza di Ahmet Ertegun, boss della Atlantic Records al 1841 della Broadway. Aveva già i Cream e Aretha Franklin in classifica, ma sapeva che i gusti dei giovani stavano cambiando: volevano rock violento in quattro quarti, meglio se anglosassone, suonato a un volume in grado di mettere in crisi gli amplificatori. Nel 1968, non esitò a mettere sotto contratto Jimmy Page appena arrivato da Londra, con il manager Peter Grant e due scatole di cartone in valigia che contenevano i nastri con le registrazioni del primo lavoro in studio dei Led Zeppelin. Si parlò di 200 mila dollari e la più alta percentuale sulle vendite mai accordata, oltre a un contratto che garantiva alla band e al suo manager il pieno controllo della produzione artistica. Non male per una band senza nessun album all'attivo. Per creare l'aspettativa suonarono nei luoghi chiave degli Stati Uniti, dal Fillmore al Whisky a Go-Go di Los Angeles al Kinetic Circus di Chicago, fino al Boston Tea Party.
Led Zeppelin (I)
Per incidere il primo album i Led Zeppelin avevano dato fondo al repertorio messo insieme fin dal primo tour scandinavo, quando ancora si chiamavano New Yardbirds: "Dazed and Confused", caratterizzata da un celebre assolo di chitarra suonato con un archetto da violino, "How Many More Times" e "Communication Breakdown", affiancate da brani presi dalla tradizione del blues e da Willie Dixon. Guai a dire cover. Pezzi come "You Shook Me" e "I Can't Quit You Baby" furono stravolte in chiave "hard", parola in verità mai amata dalla band. C'era anche lo struggente arpeggio di "Baby I'm Gonna Leave You", pezzo folk scritto da Anne Bredon nel 1950 famoso soprattutto per una cover di Joan Baez. Il resto è storia, l'album schizzò al decimo posto nella classifica Billboard e a luglio era già disco d'oro.
Mentre l'America impazziva, la critica tentennava: "Se sperano di riempire il vuoto lasciato dai Cream, dovranno trovare materiale degno di attenzione", scrisse Rolling Stone, definendo l'album "una brutta copia dell'ultimo lavoro di Jeff Beck". In patria, Radio One della Bbc ignorò il disco e ci vollero mesi prima che la testata underground "Oz" si accorgesse di trovarsi di fronte a "uno di quei rari album che sfidano la classificazione o la descrizione immediata, semplicemente perché sono un punto di svolta nella musica rock".
La reunion da Guinness
I Led Zeppelin si sono sciolti nel 1980, anno della morte del batterista John Bonham. Page e Plant hanno proseguito la propria attività musicale come solisti, incidendo insieme gli album No Quarter: Jimmy Page and Robert Plant Unledded e Walking into Clarksdale e ritrovandosi occasionalmente per esibirsi dal vivo nel corso di eventi commemorativi o celebrativi, talvolta con Jason, figlio di Bonham alla batteria.
Nel 2007 sono entrati nel Guinness dei primati a seguito dell'incredibile richiesta di biglietti per la loro esibizione alla O2 Arena di Londra - oltre 20 milioni in circa 24 ore - dove erano headliner in uno show di beneficenza dedicato alla memoria di Ahmet Ertegun, il fondatore della Atlantic. A quasi cinque anni di distanza, nel 2012, lo show diventa un film, "Led Zeppelin - Celebration day", proiettato nelle sale per un giorno soltanto, prima di essere distribuito sul mercato in molteplici formati fisici e digitali.
Obama e i Led Zeppelin
"Quando ero al liceo, avevo un amico che aveva i migliori amplificatori del pianeta. Quando i suoi genitori uscirono invitò me e altri amici ad ascoltare le canzoni dei Led Zeppelin così forte da far esplodere i vetri delle finestre". A pronunciare queste parole è nel 2008, Barack Obama, allora Presidente degli Stati Uniti, che il 2 dicembre 2012, nel corso della 35ª edizione dei Kennedy Center Honors, conferisce a John Paul Jones, Robert Plant e Jimmy Page il premio per il contributo da loro portato "alla vita culturale della nazione americana e del mondo".