50 candeline per Renée Zellweger, la simpatica e pasticciona Bridget Jones
Il suo debutto nel mondo dello spettacolo avviene nel 1991 - dopo il diploma in radio, televisione e cinema - nel circuito del cinema indipendente con il film di Richard Linklater "La vita è un sogno". Poi compare in "Giovani, carini e disoccupati" di Ben Stiller e quindi è la protagonista di "Love & una 45", che le fa ottenere la sua prima nomination all'Independent Spirit Award
"Col tempo si diventa più interessanti". Così Renée Zellweger che il 25 di aprile, compie 50 anni. Negli ultimi anni - pagine e pagine di rotocalchi - si sono prodigati a parlare del suo 'cambiamento fisico': più magra, meno rughe, un ovale più dolce. Insomma il dibattito sul ricorso o meno alla chirurgia estetica ha tenuto banco a lungo. Ma la Zellweger ancora oggi - senza alcun rancore o rammarico - sostiene candidamente: "Cambiamenti? Sono solo più serena". E rivela che questo è dovuto alla famiglia "che adora".
Nata nel 1969 a Katy, piccola città del Texas, ha interpretato numerosi film, ma la fama la deve a "Bridget Jones", personaggio letterario di Helen Fielding che lei magistralmente ha portato sul grande schermo. Davvero credibile nei panni della pasticciona e simpaticissima inglesina. Il ruolo l'ha improvvisamente consacrata icona di tutte le trentenni single del pianeta. Era il 2001 e aveva appena vinto il Golden Globe per "Betty Love". "È una donna autentica, reale - dice l'attrice del suo fortunato personaggio - La gente riesce a identificarsi perché non è perfetta, non è la solita bambolina da commedia romantica. Bridget sa come ci si sente a essere sole, o a soffrire per amore. Sa quanto è difficile trovare l'uomo giusto".
Nel 1998 interpreta insieme a Meryl Streep e William Hurt il film di Carl Franklin "La voce dell'amore", poi affianca Jim Carrey sul set di "Io, me & Irene" (2000) e con lui intreccia per circa un anno una chiacchierata love story che finisce poco dopo l'annuncio del loro imminente matrimonio.
Il suo debutto nel mondo dello spettacolo avviene nel 1991 - dopo il diploma in radio, televisione e cinema - nel circuito del cinema indipendente con il film di Richard Linklater "La vita è un sogno". Poi compare in "Giovani, carini e disoccupati" di Ben Stiller e quindi è la protagonista di "Love & una 45", che le fa ottenere la sua prima nomination all'Independent Spirit Award.
Nel 2002, dopo aver interpretato il drammatico "White Oleander" insieme a Michelle Pfeiffer, la Zellweger mette a segno un altro colpo vincente grazie al musical "Chicago" di Rob Marshall (con Richard Gere e Catherine Zeta Jones), che le fa conquistare un nuovo Golden Globe e le regala una meritatissima nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista.
Ma i suoi successi non sono finiti qui. Più di recente grazie al film di Anthony Minghella "Ritorno a Cold Mountain", nel quale recita accanto a Nicole Kidman, l'attrice vince l'Oscar come migliore attrice non protagonista.
Alla fine del 2004 è tornata sul grande schermo con il suo personaggio più noto, nel film "Che pasticcio Bridget Jones!" (con Hugh Grant). Nel 2005 interpreta Mae, la moglie di James J. Braddock (Russell Crowe) nel film "Cinderella Man", di Ron Howard.
Dopo alcuni film, tra cui: "Miss Potter", regia di Chris Noonan (2006); "In amore niente regole" (Leatherheads), regia di George Clooney (2008), nel 2016 - non senza qualche esitazione iniziale - veste di nuovo i panni di Bridget Jones per il sequel "Bridget Jones's Baby".
Nata nel 1969 a Katy, piccola città del Texas, ha interpretato numerosi film, ma la fama la deve a "Bridget Jones", personaggio letterario di Helen Fielding che lei magistralmente ha portato sul grande schermo. Davvero credibile nei panni della pasticciona e simpaticissima inglesina. Il ruolo l'ha improvvisamente consacrata icona di tutte le trentenni single del pianeta. Era il 2001 e aveva appena vinto il Golden Globe per "Betty Love". "È una donna autentica, reale - dice l'attrice del suo fortunato personaggio - La gente riesce a identificarsi perché non è perfetta, non è la solita bambolina da commedia romantica. Bridget sa come ci si sente a essere sole, o a soffrire per amore. Sa quanto è difficile trovare l'uomo giusto".
Nel 1998 interpreta insieme a Meryl Streep e William Hurt il film di Carl Franklin "La voce dell'amore", poi affianca Jim Carrey sul set di "Io, me & Irene" (2000) e con lui intreccia per circa un anno una chiacchierata love story che finisce poco dopo l'annuncio del loro imminente matrimonio.
Il suo debutto nel mondo dello spettacolo avviene nel 1991 - dopo il diploma in radio, televisione e cinema - nel circuito del cinema indipendente con il film di Richard Linklater "La vita è un sogno". Poi compare in "Giovani, carini e disoccupati" di Ben Stiller e quindi è la protagonista di "Love & una 45", che le fa ottenere la sua prima nomination all'Independent Spirit Award.
Nel 2002, dopo aver interpretato il drammatico "White Oleander" insieme a Michelle Pfeiffer, la Zellweger mette a segno un altro colpo vincente grazie al musical "Chicago" di Rob Marshall (con Richard Gere e Catherine Zeta Jones), che le fa conquistare un nuovo Golden Globe e le regala una meritatissima nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista.
Ma i suoi successi non sono finiti qui. Più di recente grazie al film di Anthony Minghella "Ritorno a Cold Mountain", nel quale recita accanto a Nicole Kidman, l'attrice vince l'Oscar come migliore attrice non protagonista.
Alla fine del 2004 è tornata sul grande schermo con il suo personaggio più noto, nel film "Che pasticcio Bridget Jones!" (con Hugh Grant). Nel 2005 interpreta Mae, la moglie di James J. Braddock (Russell Crowe) nel film "Cinderella Man", di Ron Howard.
Dopo alcuni film, tra cui: "Miss Potter", regia di Chris Noonan (2006); "In amore niente regole" (Leatherheads), regia di George Clooney (2008), nel 2016 - non senza qualche esitazione iniziale - veste di nuovo i panni di Bridget Jones per il sequel "Bridget Jones's Baby".