Alieni, 70 anni fa l'incidente di Roswell
La "madre di tutte le bufale"?
Cosa accadde a Roswell tra la fine di giugno e i primi di luglio del 1947? A distanza di settanta anni, quintali di pagine scritte e pubblicate, film, fiction televisive, falsi documentari e relazioni governative, la controversia sul più celebre avvistamento di UFO e incontro ravvicinati del terzo tipo continua, e continua ad alimentare l'interesse per Roswell, il suo "incidente" e la sua economia se è vero che in questi giorni la cittadina del New Mexico è stata presa d'assalto da un'orda di 50mila "believers" e appassionati di UFOlogia provenienti da tutto il mondo.
Un mito duro a morire, costruito in questi decenni sull'accumularsi di testimonianze di prima (poche), di seconda e terza mano e improbabili resoconti sul letto di morte. Al di là di tutte le teorie i fatti accertati sono pochi e sono questi: il 7 luglio 1947, William Brazel, che lavora in un ranch fuori città, sussurra allo sceriffo Wilcox, che potrebbe aver trovato lui il "disco volante" di cui da qualche giorno si va parlando in città. Wilcox interessa del caso la RAAF, la base aerea militare di Roswell e il primo risultato è il comunicato stampa che finisce il giorno dopo in prima pagina sulla gazzetta locale: l'esercito ha recuperato un "disco volante".
Quel che nelle settimane precedenti Brazel aveva trovato e raccolto nella campagna, una cinquantina di chilometri a nord della città - "strisce di gomma, carta argentata, una carta piuttosto resistente e bastoncini" - sarebbero i rottami di un UFO. La bomba è sganciata e a nulla vale la smentita che le autorità militari si affrettano a fare il giorno dopo fornendo la prima spiegazione ufficiale: quello caduto a Roswell non era altro che un comune pallone metereologico. La notizia ormai sta facendo il giro del mondo, il sogno è diventato realtà, il contatto con una civiltà aliena è stabilito. Semmai l'affrettata toppa dei vertici militari sarà benzina sul fuoco delle teorie complottiste. E c'è chi sostiene che proprio l'incidente di Roswell sia il peccato originale che ha dato la stura alla mania cospirazionista.
L'interesse per l'incidente di Roswell infatti scema rapidamente dopo il clamore iniziale per riaccendersi solo negli anni Settanta, quelli di Nixon e del Watergate, quelli di film della paranoia come "La conversazione" e del ritorno in grande stile della fantascienza al cinema. La curiosità è alimentata da ufologi e cospirazionisti che riportano alla luce la storia in varie pubblicazioni costruendo un palinsesto fatto di astronavi extraterrestri precipitate al suolo e alieni trovati vivi, morti e moribondi comunque occultati dal governo in quello che sarebbe stato il più smaccato insabbiamento della Storia.
Il video 'fake' dell'autopsia:
Tanto rumore non fu per nulla tuttavia se è vero che negli anni Novanta - gli anni del successo planetario della serie televisiva X-Files, quella del manifesto "Voglio Credere" che nei temi legati a Roswell pesca a piene mani per le sue trame - le autorità militari americane riaprirono il caso e pubblicarono alla fine un rapporto in cui si ammetteva la falsità del primo resoconto ufficiale. La storia del pallone meteorologico era stata costruita per coprire la vera natura dell'oggetto schiantatosi a Roswell: una sonda per "l'ascolto" in quota delle onde sonore provenienti dai temuti test nucleari sovietici appartenente al programma top-secret denominato Operazione Mogul. La base di Roswell era in quegli anni - immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra mondiale, con lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e i primi avvisi di quella che sarebbe diventata la Guerra Fredda - centrale nei piani strategici del governo Usa sia per il nucleare sia per la corsa alla conquista dello Spazio.
Quella dell'Operazione Mogul è la verità ufficiale. E' una spiegazione verosimile ma è quella vera? UFOlogi e complottisti non si sono fatti persuadere e proprio nel 1995 ebbe vasta eco anche in Italia la trasmissione di quello che doveva essere il filmato originale della cosiddetta autopsia di uno degli alieni rinvenuti dopo l'incidente nell'area di Roswell. Una 'bufala' ammessa successivamente dallo stesso autore ma anche questa capace di resistere all'evidenza se è vero che ancora nel 2015, ormai in piena era di propagazione di 'fake news' attraverso i social media e rilanciate dai mezzi di comunicazione tradizionale, circolava la foto in bianco e nero di quello che doveva essere il cadavere di uno degli alieni di Roswell ma che in realtà era il corpo mummificato di un bambino nella teca di un museo.
Il mito di Roswell sopravvive a qualsiasi falsificazione, si alimenta del difficile rapporto tra libertà e diritto all'informazione - l'interesse editoriale sul caso riemerge proprio a partire dall'apertura degli archivi determinata dall'approvazione del FOIA, il Freedom Of Information Act del 1966 - e fa ormai parte a tutti i livelli della cultura popolare globale, un ipertesto di film, sceneggiati tv - in uno degli anni Novanta è protagonista Kyle McLachlan, volto-icona dei "misteri" televisivi con la serie "Twin Peaks" - ai fumetti - del 1997 un memorabile albo di Dylan Dog intitolato "Quando cadono le stelle" e ispirato alla vicenda - fino all'emoji dell'alieno presente in ogni smart-phone.