70 candeline per Stephen King, il re dell'horror
Nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con "Carrie", ha pubblicato oltre ottanta opere, fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei bestseller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie
"Ho sempre considerato divertente spaventare le persone. Ma ormai è socialmente accettabile, ci sono in giro tanti film e libri dell’orrore. Da ragazzino ho battuto i denti per anni leggendo i fumetti di 'The Crypt of Terror' ". A Parlare Stephen Edwin King, il re della letteratura horror che oggi compie 70 anni (nasce il 21 settembre 1947 a Portland, nel Maine). Nel corso della sua carriera, iniziata nel 1974 con "Carrie", ha pubblicato oltre ottanta opere, fra romanzi e antologie di racconti, entrate regolarmente nella classifica dei bestseller, vendendo complessivamente più di 500 milioni di copie. I successivi "Le notti di Salem" (1975) e "Shining" (1977) sono dei successi ancor maggiori: il primo vende oltre tre milioni di copie, il secondo supera i quattro milioni. Nel giro di quattro anni, il non ancora trentenne King è passato dal sopravvivere con il modesto stipendio di insegnante da 6000 dollari annui a guadagnare milioni con i diritti d'autore e i diritti cinematografici. Buona parte delle sue storie ha avuto trasposizioni cinematografiche o televisive, anche per mano di autori importanti quali Stanley Kubrick, John Carpenter, Brian De Palma, J. J. Abrams, David Cronenberg, Rob Reiner, Lawrence Kasdan, Frank Darabont, Taylor Hackford e George A. Romero. Pochi autori letterari - a parte William Shakespeare, Agatha Christie e Arthur Conan Doyle - hanno avuto un numero paragonabile di adattamenti. Per il suo enorme successo popolare e per la straordinaria capacità di raccontare l'infanzia nei propri romanzi è stato paragonato a Charles Dickens, un paragone che lui stesso, nella prefazione a "Il miglio verde", pubblicato a puntate alla maniera di Dickens, ha sostenuto essere più adeguato per autori come John Irving o Salman Rushdie. Stephen King già all'età di quattro anni rimase affascinato dall'insolito e "dal lato oscuro dell'uomo": "Credo nel male, ma è tutta la vita che mi chiedo se il male sia fuori o dentro di noi" ha detto sempre il maestro dell'horror. Disobbedendo a precisi ordini, una sera ascolta di nascosto alla radio l'adattamento del racconto "Marte è il paradiso" di Ray Bradbury. Ne riceve un'impressione tale da non riuscire più quasi a dormire al buio, a patto che vi sia la luce del bagno accesa che filtri sotto la sua porta. A 12 anni King rinviene nella soffitta della zia i libri del padre, appassionato di Edgar Allan Poe, H.P. Lovecraft e Richard Matheson, nonché appassionato scrittore. Ed è nel 1960 che invia il suo primo racconto a una rivista, la Spacemen, che si occupava di film di fantascienza. Il suo scritto non sarà mai pubblicato. Nel 2006 pubblica, "La storia di Lisey", e nel 2009 "The Dome". King - rivela - che sin da quando era piccolo dedica almeno due ore al giorno alla scrittura. Gli spunti per i suoi racconti dal quotidiano. E sul futuro? Stephen King non si sbilancia: "Non lo posso prevedere, ma so che è brutto".