70mila biciclette a noleggio attendono di essere riparate: nel frattempo le aziende falliscono
In queste suggestive immagini, il piazzale di proprietà dell'azienda cinese Didi Chuxing: impresa di rete di trasporti con sede a Pechino, che ha rilevato parte dell'attività della Bluegogo (Società leader del noleggio di biciclette)
Il noleggio di biciclette in Cina è così popolare che ha spinto numerose startup a investire nel settore. E mentre la domanda cresce in molte città cinesi, paradossalmente numerose aziende sono costrette a chiudere. Le cause riconducono alla feroce competizione del mercato, alle varie problematiche legate al tasso di rotazione del capitale e all'eccessiva espansione. È il caso della Bluegogo e di ciò che resta di questa società scomparsa da internet, dagli Apple e Android Store: dopo il fallimento, 70mila biciclette sono state parcheggiate nel piazzale appartenente all'azienda cinese Didi Chuxing, previo accordo firmato per acquisire parte delle attività della Bluegogo a dicembre 2017.
Ma per comprendere il volume d'affari della Bluegogo, di proprietà di Tianjin Luding Technology Co., bisogna fare un passo indietro e tornare nel 2016. L'azienda debutta sul mercato e in brevissimo tempo diventa il terzo operatore di bike sharing. Con una semplice applicazione sul telefono, gli utenti possono sbloccare le bici, disseminate un po' ovunque. Restando legati ai numeri, Bluegogo mette in circolazione 70mila biciclette, prodotte nel proprio stabilimento nell'area di Shenzen, e raccoglie 34 milioni di dollari di capitale a rischio.
A questo punto la Cina è soltanto uno dei mercati in cui opera Bluegogo, che cerca di ampliare l'attività a Sidney (Australia) e a San Francisco (Usa). L'espansione dura poco, ostacolata da politici locali che non permettono l'arrivo nelle strade di decine di migliaia di biciclette. Nel frattempo la concorrenza si fa spietata. Non passa nemmeno un anno e scoppia la bolla delle biciclette a noleggio in Cina. Bluegogo precipita. A novembre 2017, la società brucia 119 milioni di dollari e dichiara bacarotta.
Ma per comprendere il volume d'affari della Bluegogo, di proprietà di Tianjin Luding Technology Co., bisogna fare un passo indietro e tornare nel 2016. L'azienda debutta sul mercato e in brevissimo tempo diventa il terzo operatore di bike sharing. Con una semplice applicazione sul telefono, gli utenti possono sbloccare le bici, disseminate un po' ovunque. Restando legati ai numeri, Bluegogo mette in circolazione 70mila biciclette, prodotte nel proprio stabilimento nell'area di Shenzen, e raccoglie 34 milioni di dollari di capitale a rischio.
A questo punto la Cina è soltanto uno dei mercati in cui opera Bluegogo, che cerca di ampliare l'attività a Sidney (Australia) e a San Francisco (Usa). L'espansione dura poco, ostacolata da politici locali che non permettono l'arrivo nelle strade di decine di migliaia di biciclette. Nel frattempo la concorrenza si fa spietata. Non passa nemmeno un anno e scoppia la bolla delle biciclette a noleggio in Cina. Bluegogo precipita. A novembre 2017, la società brucia 119 milioni di dollari e dichiara bacarotta.