85 frustate in pubblico, coppia gay condannata in Indonesia
Nella Giornata Mondiale Contro l'Omofobia e la Transfobia
Proprio oggi, nella Giornata mondiale contro l'omofobia, arriva dalla provincia di Aceh in Indonesia la notizia che due uomini sono stati condannati alla fustigazione in pubblico, accusati per la loro omosessualità.
La Corte che amministra la 'sharia' in questa regione dominata dall'islam conservatore, ha condannato i due uomini, rispettivamente di 20 e 23 anni, a 85 frustate per la loro relazione. Il procuratore capo, Gulmaini, ha fissato l'esecuzione della sentenza per la prossima settimana, prima dell'inizio del Ramadan, il 25 maggio.
La coppia era stata arrestata nel marzo scorso in seguito alla denuncia dei vigilantes di quartiere che avevano fatto irruzione nell'appartamento che i due uomini condividevano in affitto. Il crimini di cui erano considerati sospetti? L'omosessualità. L'irruzione era stata filmata con un telefono cellulare e le immagini erano circolate online e hanno costituito prova durante il processo: mostrano uno dei due uomini nudo evisibilmente agitato che cerca di chiamare aiuto mentre l'altro viene ripetutamente spintonato da un altro che cerca di impedire alla coppia di lasciare la stanza.
Il presidente della Corte composta da tre giudici, Khairil Jamal, ha dichiarato che i due uomini sono stati "legalmente e al di là di ogni dubbio riconosciuti colpevoli di aver commesso sesso gay," e ha addirittura rivendicato la propria clemenza sostenendo di aver risparmiato ai due uomini la sentenza più dura che avrebbe previsto 100 frustate in ragione del fatto che erano incensurati e hanno educatamente collaborato con le autorità. Il caso di questa coppia è già diventato obiettivo delle proteste delle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani. Human Rights Watch ha dichiarato che la fustigazione pubblica è una vera e propria tortura secondo il diritto internazionale.
Questa condanna incrina ulteriormente la reputazione dell'Indonesia come Paese dove si pratica una forma moderata di legge islamica. Una reputazione già messa in discussione negli ultimi mesi a seguito degli attacchi subiti dalle monoranze religiose e della campagna elettorale per la carica di governatore della capitale Giacarta in cui si è manifestata la crescente forza dei gruppi islamici estremisti e si è concretizzata nella condanna dell'ex governatore, appartenente alla minoranza cristiana, a due anni di prigione per aver fatto, durante la campagna elettorale, dei commenti considerati blasfemi contro il Corano.
Aceh è l'unica provincia indonesiana a maggioranza musulmana dove sia consentito praticare la Sharia, una concessione fatta dal governo nazionale nel 2006 per chiudere il conflitto con i separatisti locali. Da allora altre zone del paese hanno comunque cominciato ad implementare regole ispirate alla legge islamica. Ad Aceh non è solo l'omosessuale ad essere passibile di punizione con la frusta ma anche chi gioca e scommette, chi beve alcol, le donne che vestono con abiti troppo aderenti e gli uomini che saltano la preghiera del venerdì. Nel 2016 più di 300 persone sono state condannate alla fustigazione pubblica.
L'omosessualità non è un crimine nelle altre zone del paese ma è stata presentata una istanza davanti alla corte suprema per criminalizzare non solo le relazioni gay ma anche il sesso fuori dal matrimonio.