A Messina apre il MuMe, ci sono anche due Caravaggio
di Roberta Marilli della Tgr Sicilia
Apre da oggi ufficialmente al pubblico il Museo Interdisciplinare Regionale (MuMe) di Messina del quale, dopo una prima parziale consegna il 9 dicembre scorso, sono stati aperti al pubblico tutti i restanti settori espositivi che definiscono l'articolato percorso medievale e moderno, con opere dall'XI secolo ai primi anni del Novecento. Con i capolavori di Antonello da Messina, Caravaggio, Alibrandi, Gagini, Montorsoli - solo per citare i più noti - il MuMe, oggi commisurato alla vastità e al prestigio delle sue collezioni civiche e delle centinaia di opere recuperate dalle macerie di chiese e piazze all'indomani del terremoto del 1908, non è solo un contenitore d'arte. Piuttosto un autentico luogo d'identità ritrovata, uno spazio museale di respiro europeo. Con circa 750 capolavori distribuiti in 4700 mq di superficie interna su due livelli - percorso medievale, moderno, sezione archeologica e nelle aree e piazzali esterni - il patrimonio del MuMe è arricchito da opere di provenienza "estera". Chi arriva al MuMe percorre la storia e si ferma affascinato dinanzi ai due grandi capolavori di Caravaggio (realizzati da Michelangelo Merisi in fuga in Sicilia: una "Resurrezione di Lazzaro" e l'"Adorazione dei Pastori") e ai due Antonello da Messina ("Polittico di San Gregorio", opera datata e firmata, unica nel suo genere proprio per questa particolarità; e l'attribuita tavoletta bifronte acquistata nel 2006 da Christie's, con un "Ecce Homo" e una "Madonna con Bambino e francescano", esposta a Taormina in occasione del G7 del maggio 2017).