A Pompei torna alla luce la Domus dei Delfini. Continuano gli scavi dell'area inesplorata: le foto
Nuove sorprese dagli Scavi della Regio V nel parco archeologico di Pompei dove sta venendo alla luce una nuova casa, la Domus dei Delfini: la dimora ubicata di fronte alla Casa delle Nozze d'Argento
Finora sono stati rinvenuti affreschi dai colori vivaci, tra cui spiccano numerosi dettagli: un pavone, un pappagallo, una pernice, caprioli, animali fantastici e appunto i delfini che danno il nome alla Domus, che probabilmente apparteneva a un notabile della città.
Qualche giorno fa, era tornato alla luce il vicolo dei balconi con il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino. E poi gli ocra pastosi e rilucenti ma anche un intero vicolo con balconi aggettanti che hanno resistito alla furia dell'eruzione, persino con le anfore lasciate in un angolo ad asciugare al sole.
L'antica Pompei continua a regalare emozioni negli scavi dell'area inesplorata: la Regio V. E, ancora, ci sono oltre 2,5 chilometri di muri antichi nell'area non scavata, alle spalle dei fronti, nelle Regiones I-III-IV-V-IX, che sarà oggetto di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico.
E a pensare che quel 23 marzo 1748, dieci anni dopo la scoperta di Ercolano, un ritrovamento fortuito di alcuni reperti nella zona di Civita a Pompei, spostò l'interesse degli scavi Borbonici in quest'area. Inizialmente però il sito venne ritenuto quello della città Stabiae e solo nel 1763 ci si rese conto che si trattava dell'antica città di Pompei.
Qualche giorno fa, era tornato alla luce il vicolo dei balconi con il rosso pompeiano come veramente era, così intenso da richiamare il vino. E poi gli ocra pastosi e rilucenti ma anche un intero vicolo con balconi aggettanti che hanno resistito alla furia dell'eruzione, persino con le anfore lasciate in un angolo ad asciugare al sole.
L'antica Pompei continua a regalare emozioni negli scavi dell'area inesplorata: la Regio V. E, ancora, ci sono oltre 2,5 chilometri di muri antichi nell'area non scavata, alle spalle dei fronti, nelle Regiones I-III-IV-V-IX, che sarà oggetto di intervento di mitigazione del rischio idrogeologico.
E a pensare che quel 23 marzo 1748, dieci anni dopo la scoperta di Ercolano, un ritrovamento fortuito di alcuni reperti nella zona di Civita a Pompei, spostò l'interesse degli scavi Borbonici in quest'area. Inizialmente però il sito venne ritenuto quello della città Stabiae e solo nel 1763 ci si rese conto che si trattava dell'antica città di Pompei.