Li chiamano “Abogados” e sono gli italiani che hanno scelto la “via spagnola” per l’accesso alla professione, spesso dopo aver fallito l’esame di stato. Rappresentano oltre il 90% degli avvocati iscritti all’albo come “stabiliti”, cioè abilitati in un altro Paese europeo. Con un tasso di successo di oltre l’80%, rispetto al circa 30% italiano, il percorso spagnolo, che si limita alla frequenza di un master (anche online) e a un test a risposta multipla, è considerato una scorciatoia. Ma a caro prezzo: le agenzie intermediatrici italiane convenzionate con gli atenei spagnoli arrivano a chiedere oltre 10mila euro per il pacchetto completo di riconoscimento esami, lezioni e test finale in Spagna. La via spagnola è del tutto legale in base al principio comunitario di libera circolazione dei titoli di studio e professionali. Ma la magistratura iberica ha puntato i riflettori sul caso di 500 italiani che avrebbero “comprato” il titolo senza sostenere alcuna prova, presso l’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid. Il focus di Rainews24 con Ilario Piagnerelli e il vicepresidente del Consiglio nazionale forense Francesco Logrieco.