50 anni fa moriva Walt Disney, l'uomo che disegnò i nostri sogni
"Tutti i sogni possono diventare realtà se solo abbiamo il coraggio di inseguirli"
Se il cinema di animazione è quello che è oggi, lo dobbiamo a Walter Elias "Walt" Disney. A cinquant'anni dalla sua morte nessuno mai ha eguagliato i suoi successi.
Nato a Chicago il 5 dicembre 1901, ha creato personaggi leggendari come Topolino, Paperino, Pluto e Pippo e aperto le porte di un mondo meraviglioso e fantastico ai bambini di più di una generazione.
Quarto di cinque figli, fin da piccolo aveva una grande passione per il disegno e conosceva l'importanza del duro lavoro. Dava una mano nei campi della fattoria di famiglia a Marceline (Missouri) poi a Kansas City consegnava giornali per l'impresa di distribuzione del papà. A 16 anni, in piena prima guerra mondiale, entrò nella Croce Rossa e visse due anni in Francia guidando auto e ambulanze, che decorava con i suoi fumetti.
Tornato a Kansas City, realizzò i primi corti animati con Ubbe Ert Iwwerks, più noto come Ub Iwerks, geniale disegnatore che darà forma a molti personaggi Disney. La svolta arrivò nel 1923, con il trasferimento a Hollywood, dove creò un 'ufficio' nel garage dello zio e iniziò a vendere le prime mini storie animate (Alice Comedies, Oswald, il coniglio fortunato) alla Universal. Fondò con l'inseparabile fratello Roy la Disney Brothers, la futura Walt Disney Company.
Al ritmo di 700 disegni al giorno, nacque il topo Mortimer Mouse, che su consiglio della moglie Lillian diventò presto Mickey Mouse. Il primo corto sonoro, Steamboat Willie (1928), fu un trionfo.
Arrivarono i primi Oscar (in carriera Disney ne ha ricevuti personalmente 25 di cui tre onorari, più il premio Thalberg) e
nel 1937 con il suo primo lungometraggio animato, Biancaneve e i sette nani, anche il successo. Poi, uno dopo l'altro, fu la volta di Pinocchio (1940), Fantasia, troppo moderno all'epoca per essere capito fino in fondo, Dumbo (1941), Bambi (1942), Cenerentola (1950); Alice nel paese delle meraviglie (1951), La bella addormentata" (1959).
Ormai volto popolarissimo, con i suoi baffetti e il grande sorriso, Disney si spinse oltre e iniziò a progettare anche parchi divertimento: il primo è Disneyland (1955), ad Anaheim (California) e per gli altri immagina attrazioni e spazi futuristici. "Non c'è magia nella mia formula, faccio quello che mi piace - disse in un'intervista - belle storie umane che ti facciano entrare in contatto con le persone e che dimostrino come le belle cose della vita possano essere interessanti come le più sordide".
Alla morte di Walt, il 15 dicembre 1966, l'allora governatore della California Ronald Reagan disse: "Da oggi il mondo è più povero".
Del sogno di Walt resta un patrimonio di racconto e immagini che fino ad oggi, tra crisi e rinascite (l'ultima con la Pixar) si è rinnovato, cogliendo i cambiamenti nel costume. Lo dimostrano le "principesse" animate di ieri e quelle di oggi, come Elsa e Anna di Frozen tra i film con maggiori incassi della storia del cinema
Nato a Chicago il 5 dicembre 1901, ha creato personaggi leggendari come Topolino, Paperino, Pluto e Pippo e aperto le porte di un mondo meraviglioso e fantastico ai bambini di più di una generazione.
Quarto di cinque figli, fin da piccolo aveva una grande passione per il disegno e conosceva l'importanza del duro lavoro. Dava una mano nei campi della fattoria di famiglia a Marceline (Missouri) poi a Kansas City consegnava giornali per l'impresa di distribuzione del papà. A 16 anni, in piena prima guerra mondiale, entrò nella Croce Rossa e visse due anni in Francia guidando auto e ambulanze, che decorava con i suoi fumetti.
Tornato a Kansas City, realizzò i primi corti animati con Ubbe Ert Iwwerks, più noto come Ub Iwerks, geniale disegnatore che darà forma a molti personaggi Disney. La svolta arrivò nel 1923, con il trasferimento a Hollywood, dove creò un 'ufficio' nel garage dello zio e iniziò a vendere le prime mini storie animate (Alice Comedies, Oswald, il coniglio fortunato) alla Universal. Fondò con l'inseparabile fratello Roy la Disney Brothers, la futura Walt Disney Company.
Al ritmo di 700 disegni al giorno, nacque il topo Mortimer Mouse, che su consiglio della moglie Lillian diventò presto Mickey Mouse. Il primo corto sonoro, Steamboat Willie (1928), fu un trionfo.
Arrivarono i primi Oscar (in carriera Disney ne ha ricevuti personalmente 25 di cui tre onorari, più il premio Thalberg) e
nel 1937 con il suo primo lungometraggio animato, Biancaneve e i sette nani, anche il successo. Poi, uno dopo l'altro, fu la volta di Pinocchio (1940), Fantasia, troppo moderno all'epoca per essere capito fino in fondo, Dumbo (1941), Bambi (1942), Cenerentola (1950); Alice nel paese delle meraviglie (1951), La bella addormentata" (1959).
Ormai volto popolarissimo, con i suoi baffetti e il grande sorriso, Disney si spinse oltre e iniziò a progettare anche parchi divertimento: il primo è Disneyland (1955), ad Anaheim (California) e per gli altri immagina attrazioni e spazi futuristici. "Non c'è magia nella mia formula, faccio quello che mi piace - disse in un'intervista - belle storie umane che ti facciano entrare in contatto con le persone e che dimostrino come le belle cose della vita possano essere interessanti come le più sordide".
Alla morte di Walt, il 15 dicembre 1966, l'allora governatore della California Ronald Reagan disse: "Da oggi il mondo è più povero".
Del sogno di Walt resta un patrimonio di racconto e immagini che fino ad oggi, tra crisi e rinascite (l'ultima con la Pixar) si è rinnovato, cogliendo i cambiamenti nel costume. Lo dimostrano le "principesse" animate di ieri e quelle di oggi, come Elsa e Anna di Frozen tra i film con maggiori incassi della storia del cinema