Tanti auguri Adriana Asti, icona del teatro e del cinema
Tra le sue interpretazioni Accattone, Ludwig, Il fantasma della libertà, La meglio gioventù
Nata a Milano il 30 aprile 1931, comincia a recitare negli Anni Cinquanta, sotto l'ala protettiva di Giorgio Strehler e del suo Piccolo Teatro di Milano. Già nel 1952, recita accanto a Lilla Brignone, Alberto Lupo, Romolo Valli, Tino Buazzelli e Tino Carraro in "Elisabetta d'Inghilterra". Seguiranno , tra le altre, le interpretazioni in "Questa sera si recita a soggetto" (1962) di e con Vittorio Gassman; "Mito e Libertà" (1962), sempre con Gassman alla regia; "Le bonnes" (1980) con Manuela Kustermann, "Santa Giovanna" (1984); "Giorni felici" (1985, poi replicato nel 2010); "La locandiera" (1986); "Tre uomini per Amalia" (1988) e "Ferdinando" (2000). Anche se forse la sua più grande interpretazione rimane quella in "Alcool" da lei scritto e interpretato che le fa ottenere i Premi Siae e Duse.
Di tanto in tanto Adriana Asti si concede al cinema. Debutta in un film di Leopoldo Trieste, poi la vuole Luchino Visconti per un piccolo ruolo in Rocco e i suoi fratelli (1960). L'incontro con Pier Paolo Pasolini la proietta dritta verso Accattone (1961) - lei è la prostituta Amore - film d'esordio del grande maestro del cinema italiano, e ingresso per lei nel mondo del cinema nella cerchia di intellettuali dove conoscerà anche il futuro marito Bernardo Bertolucci, che la vuole come protagonista femminile di Prima della rivoluzione (1964). Nel 1973 è in Una breve vacanza (1973) di Vittorio De Sica, grazie al quale ottiene il suo primo Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista.
Ha recitato poi ne Il fantasma della libertà di Luis Buñuel nel 1974 anno in cui riceve un David di Donatello Speciale proprio per la sua grande ecletticità. Seguono Nipoti miei diletti (1974), di Franco Rossetti; in Un cuore semplice (1977) e Tosca e altre due (2003), entrambi di Giorgio Ferrara, fratello di Giuliano e suo attuale marito; Io, Caligola di Tinto Brass (1979). Dagli Anni Ottanta in poi, con la crisi del cinema italiano, le sue apparizioni si fanno più diradate. Recita per Carlo Mazzacurati in Il prete bello (1989), è accanto a Franca Valeri in Tosca e altre due (2003) ma è con l'intenso ritratto della matriarca Adriana in La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana che riesce a guadagnarsi un nuovo Nastro d'Argento come miglior attrice protagonista (che divide con le altre interpreti del film, Jasmine Trinca, Sonia Bergamasco e Maya Sansa).
Non le manca una lunga storia televisiva e radiofonica. Alla fine degli anni Settanta conduce il talk show "Sotto il divano".
Per la tv è stata tra i protagonisti della miniserie La famiglia Ricordi, con la regia di Mauro Bolognini (1995). Nel 2015 è stata protagonista di A.A. professione attrice, diretto da Rocco Talucci, film documentario dedicato alla sua produzione cinematografica e teatrale.
Bambina schiva e donna ribelle nel 2017, nell'ambito del Festival di Spoleto, l'attrice ha messo in scena sé stessa nello spettacolo biografico Memorie di Adriana, per la regia di A.R. Shammah; è dello stesso anno il libro "Un futuro infinito. Piccola autobiografia".
Di tanto in tanto Adriana Asti si concede al cinema. Debutta in un film di Leopoldo Trieste, poi la vuole Luchino Visconti per un piccolo ruolo in Rocco e i suoi fratelli (1960). L'incontro con Pier Paolo Pasolini la proietta dritta verso Accattone (1961) - lei è la prostituta Amore - film d'esordio del grande maestro del cinema italiano, e ingresso per lei nel mondo del cinema nella cerchia di intellettuali dove conoscerà anche il futuro marito Bernardo Bertolucci, che la vuole come protagonista femminile di Prima della rivoluzione (1964). Nel 1973 è in Una breve vacanza (1973) di Vittorio De Sica, grazie al quale ottiene il suo primo Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista.
Ha recitato poi ne Il fantasma della libertà di Luis Buñuel nel 1974 anno in cui riceve un David di Donatello Speciale proprio per la sua grande ecletticità. Seguono Nipoti miei diletti (1974), di Franco Rossetti; in Un cuore semplice (1977) e Tosca e altre due (2003), entrambi di Giorgio Ferrara, fratello di Giuliano e suo attuale marito; Io, Caligola di Tinto Brass (1979). Dagli Anni Ottanta in poi, con la crisi del cinema italiano, le sue apparizioni si fanno più diradate. Recita per Carlo Mazzacurati in Il prete bello (1989), è accanto a Franca Valeri in Tosca e altre due (2003) ma è con l'intenso ritratto della matriarca Adriana in La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana che riesce a guadagnarsi un nuovo Nastro d'Argento come miglior attrice protagonista (che divide con le altre interpreti del film, Jasmine Trinca, Sonia Bergamasco e Maya Sansa).
Non le manca una lunga storia televisiva e radiofonica. Alla fine degli anni Settanta conduce il talk show "Sotto il divano".
Per la tv è stata tra i protagonisti della miniserie La famiglia Ricordi, con la regia di Mauro Bolognini (1995). Nel 2015 è stata protagonista di A.A. professione attrice, diretto da Rocco Talucci, film documentario dedicato alla sua produzione cinematografica e teatrale.
Bambina schiva e donna ribelle nel 2017, nell'ambito del Festival di Spoleto, l'attrice ha messo in scena sé stessa nello spettacolo biografico Memorie di Adriana, per la regia di A.R. Shammah; è dello stesso anno il libro "Un futuro infinito. Piccola autobiografia".