Accolta di spalle la prima ministra belga: singolare protesta di medici e infermieri
Il personale dell'ospedale di Saint-Pierre in Belgio ha accolto l'auto della prima ministra disponendosi all'ingresso e voltandole le spalle al suo passaggio. Una protesta silenziosa, contro la gestione dell'emergenza coronavirus, che ha sollevato inevitabilmente un caso politico
Così plateali senza neppure parlare. È bastato mostrare le spalle al corteo di auto, con a bordo la prima ministra, per scatenare una crisi politica in Belgio. Nel bel mezzo dell'emergenza coronavirus Covid-19, la singolare protesta di medici e infermieri sta facendo vacillare la gestione di Sophie Wilmes. Tutto si è consumato durante la visita di alcuni ospedali di Bruxelles. Arrivata al Saint-Pierre, la premier si è trovata davanti una sfilza di personale medico e non che ha mostrato le spalle al suo passaggio. Un centinaio di infermieri, medici, addetti alla logistica e alle pulizie, personale amministrativo e vigili del fuoco non hanno gradito la sua presenza.
Alla vigilia della riapertura delle scuole, l'episodio segna una brutta pagina per la 45enne liberale francofona, prima donna a guidare il governo del Paese. Un gesto clamoroso per sottolineare il dissenso sulla gestione dell'emergenza coronavirus che in Belgio ha il più alto tasso di mortalità al mondo con oltre 55 mila contagiati e 9 mila morti su una popolazione di 11 milioni di abitanti.
Nel mirino dei sanitari ci sono in particolare due provvedimenti poco graditi, che consentono il reclutamento di personale non qualificato. Come se non bastasse, anche nella popolazione avanza il malcontento cavalcato dal partito della destra fiamminga Vlaams Belang che rimprovera alla Wilmes l'altissimo numero di decessi.
L'esecutivo belga si è difeso specificando che nell'elenco delle vittime ci sono anche le morti sospette di Covid-19, a differenza di quanto fanno molti altri Paesi, e che la mortalità sarebbe in linea con quanto accade in Francia e Olanda.
In merito alla protesta al Saint-Pierre, la premier belga ha spiegato di aver voluto portare "un messaggio di distensione": "Nessuno ignora lo stress a cui è sottoposto il personale ospedaliero", ha assicurato, "erano sotto pressione già prima della crisi che ha accresciuto le difficoltà". "In futuro bisognerà valorizzare la professioni dell'infermiere questa è una certezza", ha concluso Wilmes.
Alla vigilia della riapertura delle scuole, l'episodio segna una brutta pagina per la 45enne liberale francofona, prima donna a guidare il governo del Paese. Un gesto clamoroso per sottolineare il dissenso sulla gestione dell'emergenza coronavirus che in Belgio ha il più alto tasso di mortalità al mondo con oltre 55 mila contagiati e 9 mila morti su una popolazione di 11 milioni di abitanti.
Nel mirino dei sanitari ci sono in particolare due provvedimenti poco graditi, che consentono il reclutamento di personale non qualificato. Come se non bastasse, anche nella popolazione avanza il malcontento cavalcato dal partito della destra fiamminga Vlaams Belang che rimprovera alla Wilmes l'altissimo numero di decessi.
L'esecutivo belga si è difeso specificando che nell'elenco delle vittime ci sono anche le morti sospette di Covid-19, a differenza di quanto fanno molti altri Paesi, e che la mortalità sarebbe in linea con quanto accade in Francia e Olanda.
In merito alla protesta al Saint-Pierre, la premier belga ha spiegato di aver voluto portare "un messaggio di distensione": "Nessuno ignora lo stress a cui è sottoposto il personale ospedaliero", ha assicurato, "erano sotto pressione già prima della crisi che ha accresciuto le difficoltà". "In futuro bisognerà valorizzare la professioni dell'infermiere questa è una certezza", ha concluso Wilmes.