Acqua all'arsenico in Bangladesh, il più grande avvelenamento di massa della storia
Le mani levigate e piagate dall'uso di acqua avvelenata. E' una delle immagini più eloquenti del disastro sanitario e ambientale che da anni vivono gli abitanti di alcune zone del Bangladesh.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha avuto remore a definire questa situazione che dura ormai dagli anni '90 "il più grande avvelenamento di massa della storia" e ora, un nuovo rapporto della Ong newyorkese Human Rights Watch punta il dito contro la classe dirigente locale accusata di negligenza e nepotismo. Comportamenti che hanno perpetuato questa strage silenziosa.
Si stima infatti che ogni anno siano almeno 43mila i morti a causa di malattie legate agli alti tassi di arsenico presenti nell'acqua per uso domestico e 20 milioni i bengalesi, in gran parte poveri abitanti delle zone rurali, che bevono da 20 anni acqua inquinata senza che il governo abbia adottato le misure minime per affrontare il problema. L'origine dell'inquinamento non è dovuta alle attività umane - tubi, fertilizzanti, sistema di irrigazione - ma deriva dalla millenaria erosione di rocce ricche di arsenico provenienti dalle pendici himalayane e depositatesi nel corso del tempo attraverso il sistema fluviale in quella che poi è diventata la terra del Bangladesh.
Le malattie conseguenti variano dai tumori alle patologie cardiovascolari e polmonari ma la prima diagnosi di un avvelenamento da arsenico viene fatta dalle lesioni sulla pelle.