Acqua avvelenata. L'inquinamento post uragano Harvey passato sotto silenzio
A sei mesi dalle inondazioni che hanno devastato Houston, la portata del disastro ambientale che ha messo in ginocchio la quarta città americana in seguito all'uragano Harvey sta cominciando ad emergere, mentre le domande sulle conseguenze a lungo termine per la salute umana rimangono ancora senza risposta. Alcune inchieste giornalistiche cominciano a fare luce sulla vastità della crisi ambientale che ha colpito l'area
Il grave inquinamento che ha coinvolto il principale polo petrolchimico degli Stati Uniti è passato in gran parte sotto silenzio, offuscato dai numeri record dell'Uragano Harvey e delle alluvioni causate dal suo passaggio con gli abitanti e i soccorritori impegnati per giorni a salvare vite e proprietà.
Ora le inchieste di Associated Press e dello Houston Chronicle che hanno raccolto dati provenienti dai registri dello Stato e da fonti locali e federali rivelano un impatto tossico molto più ampio e diffuso di quanto le autorità abbiano lasciato credere dopo la tempesta che si è abbattuta sulla costa del Texas verso la fine dell'agosto scorso e che ha imperversato per giorni nell'area di Houston.
Un'area ad alto rischio vista la densità di insediamenti industriali: circa 500 stabilimenti chimici, 10 raffinerie e oltre 6.600 miglia di gasdotti intrecciati di petrolio, gas e prodotti chimici che rappresentano la principale arteria energetica della nazione.
Quasi mezzo miliardo di litri di acque reflue industriali mescolate con acqua piovana sono emerse da un solo impianto chimico a Baytown, a est di Houston, sulle rive superiori della baia di Galveston. Benzene, cloruro di vinile, butadiene e altre sostanze cancerogene conosciute erano tra le decine di tonnellate di tossine industriali rilasciate nei quartieri e nei corsi d'acqua circostanti in seguito alle piogge torrenziali di Harvey.
In tutto, le inchieste giornalistiche hanno documentato più di 100 sversamenti tossici in conseguenza di Harvey - a terra, in acqua e in aria. La maggior parte non è mai stata pubblicizzata e, nel caso di due dei più grandi, l'estensione o la potenziale tossicità delle pubblicazioni è stata inizialmente sottovalutata.
Il governo del Texas sostiene di aver messo sotto la lente di ingrandimento 89 incidenti, ma i risultati di queste indagini e le eventuali azioni di contrasto devono ancora essere annunciate. I test effettuati sul suolo e sull'acqua alla ricerca dei contaminanti sia dalle autorità statali sia da quelle federali sono stati in gran parte limitati ai siti di rifiuti speciali.
Basandosi sul monitoraggio aereo esteso le autorità hanno ripetutamente assicurato al pubblico che l'inquinamento atmosferico post-Harvey non rappresentava una minaccia per la salute. Ma un funzionario dell'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ora afferma che queste valutazioni generali non riflettono necessariamente i "punti di crisi" locali con potenziali rischi per le persone.
Solo dei pericoli connessi a due disastri ambientali si è data sufficiente informazione al pubblico: quello delll'impianto chimico Arkema a nord-est di Houston che è esploso e bruciato per giorni, e quello del Superfund, un sito federale carico di diossina il cui cappuccio protettivo è stato danneggiato dall'impetuosa corrente del fiume San Jacinto uscito dal suo alveo.
"Risposta incosciente"
In Louisiana, dopo che l'uragano Katrina aveva devastato New Orleans nel 2005, i funzionari dell'EPA (l'Agenzia governativa ambientale statunitense) e quelli della Louisiana avevano esaminato circa 1.800 campioni di suolo in 10 mesi. "Ora la risposta è completamente diversa", dice Scott Frickel, un sociologo ambientale alla Brown University, che definisce la reazione delle autorità alle conseguenze di Harvey "incosciente" data la natura altamente industrializzata del territorio.
Solo grazie aI lavoro dei reporter alcune crisi ambientali sono state denunciate mentre accadevano, come l'esclusiva di AP sull'inondazione di siti di rifiuti tossici e l'allarme del Chronicle sul rischio rappresentato dall'Arkema prima che scoppiassero gli incendi. Il numero di sversamenti tuttavia è stato enorme e solo ora i ricercatori stanno cercando di colmare le lacune nel monitoraggio ambientale ufficiale, aiutati in questo dalle sovvenzioni della National Science Foundation e dell'Istituto nazionale di scienze della salute ambientale. Una penuria di dati che, avvertono gli scienziati, ostacola il lavoro di prevenzione e di mitigazione dei rischi e dei danni da futuri eventi meteorologici violenti.
Quando incontra l'umidità, l'acido cloridrico diventa acido cloridrico che può bruciare, soffocare e uccidere. In una delle pause, nei giorni in cui Harvey martoriava la zona, la perdita di conduttura da 18 pollici alla Williams Midstream Services Inc. ha scatenato un pennacchio di questa sostanza chimica vicino all'incrocio di due importanti autostrade a La Porte, a sud-est di Houston, dove il fiume San Jacinto incontra il canale che è il principale corridoio petrolchimico e che sfocia nella baia di Galveston.
L'incidente, tra le decine che in quei momenti venivano segnalati è stato a malapena notato al momento. Un ispettore del controllo dell'inquinamento della contea, Johnathan Martin, nel suo rapporto ha scritto che non poteva monitorare in sicurezza il pennacchio tossico, ma credeva che non raggiungesse le case a meno di un miglio di distanza. Non ci sono state notizie di intossicati e quando si è andati ad analizzare il terreno si sono trovate solo tracce basse di composti petroliferi e petrolchimici. "Come previsto, le piogge hanno spazzato via la maggior parte delle sostanze", ha detto uno dei ricercatori impegnati nelle analisi.
Scienziati della Rice University hanno esaminato il terreno in una scuola a Baytown, nella parte superiore della baia di Galveston, dove i residenti hanno riferito che le acque alluvionali si sono riversate sulle loro case dalla raffineria ExxonMobil. Hanno effettuato dei test anche a Galena Park, una comunità di 11.000 abitanti circondata dagli insediamenti industriali lungo il canale che porta alla baia, appena ad est del centro di Houston.
Solo uno dei nove campioni raccolti dai ricercatori della Rice ha mostrato livelli elevati di tossine legate al petrolio secondo un'analisi chimica indipendente finanziata in collaborazione da AP e dal Chronicle. Raccolto a Galena Park, mostrava la presenza di benzo (a) pirene, un noto cancerogeno, a livelli appena superiori a quelli che l'EPA considera cancerogeni.
Da qui vengono alcune testimonianze come quella di Jessica Chastain, 36 anni, che vive nella zona. Durante i tre giorni dell'uragano Harvey, il torrente Panther ha ingoiato la sua casa, costringendo lei e i suoi quattro dei suoi figli a nuotare attraverso la strada per mettersi in salvo nella casa a due piani dei genitori.
Per farlo, racconta Jessica, hanno dovuto attraversare una specie di fiume nero, viscido, di acqua che puzzava di "fogna marcia". Sopra c'era una specie di pellicola: "Non sono sicura di cosa fosse, probabilmente era petrolio." I suoi figli hanno sviluppato infezioni della pelle e mal di gola e il più piccolo continua a "piangere ogni volta che piove forte."
Il ruscello, che sfocia nel vicino canale navale proveniva dagli impianti chimici allagati e le vasche. Un certo numero di sversamenti correlati ad Harvey è avvenuto vicino all'abitazione di Chastain, compresa una fuoriuscita di 460.000 galloni di benzina in una fabbrica di serbatoi di Magellan Midstream Partners e circa 52.000 libbre di petrolio grezzo da un serbatoio di Seaway Crude Pipeline Inc.
Secondo quanto riferisce Jennifer Horney, epidemiologa alla A & M University che ha condotto test per tutta la città, i campioni prelevati ad ottobre in un parco di Houston a monte del canale navale avevano mostrato livelli elevati di diossina, PCB e altre sostanze chimiche pericolose create tipicamente nella combustione di petrolio, carbone e gas.
Tra le sostanze chimiche rinventue nei sedimenti sulle rive del Brays Bayou all'interno di un parco molto frequentato con campida baseball, da calcio e piste ciclabili, c'era anche il benzo (a) pirene. "È un noto cancerogeno e per lo più lo si trova in ambienti industriali", ha detto Horney. "Sappiamo che il canale aveva allagato quel parco."
Sebbene preoccupanti, i livelli di tossine non erano abbastanza alti da innescare un allarme secondo i parametri dell'EPA. Loren Raun a capo del dipartimento di scienze ambientali del dipartimento sanitario della città, ha dichiarato:"Niente di preoccupante per la salute umana". Il lavaggio superficiale del suolo che gli scienziati credono si sia verificato durante Harvey può significare che i contaminanti siano invece migrati a valle, come ha detto Hanadi Rifai, capo del programma di ingegneria ambientale dell'Università di Houston: "Quel terreno è finito da qualche parte. Alla fine scopriremo che c'è stata una catastrofe ambientale".