Adam Levine sfida la rete e leva la maglietta, ma lo show dei Maroon 5 al Super Bowl non convince
L'esibizione della band criticata prima e dopo
L'half-time del Super Bowl ha visto come protagonisti i Maroon 5, in una perfomance molto criticata dalla rete. Un'esibizione "piatta, non essenziale da parte di un gruppo che ha perso parte della sua autorità se ne aveva da perdere", ha scritto il New York Times. Per molti è stato il peggiore show di sempre nella storia del Super Bowl, anche per lo "spogliarello" del leader del gruppo Adam Levine rimasto senza maglietta sul palco del Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, trovata che ha riacuito vecchie polemiche. Il gruppo di Los Angeles durante l'esibizione ha suonato alcune versioni dei loro più grandi successi, tra cui "Harder to Breathe", "Moves Like Jagger" e "Girls Like You".
Sullo show hanno avuto un certo peso le discussioni sul razzismo che lo hanno preceduto e le eccellenti defezioni di altri artisti che hanno rifiutato di esibirsi.
La polemica
Uno dei momenti più attesi del Super Bowl, la finale del campionato della National Football League, è quello dell'Halftime Show, il mini concerto che viene organizzato durante l'intervallo lungo della partita. Chi si esibisce, sa che che lo farà davanti a un pubblico di 100 milioni di spettatori, tanti sono gli aficionados della finale che quest'anno ha visto sfidarsi i Los Angeles Rams e i New England Patriots. Difficile dire di no, eppure questa volta diverse star americane di colore hanno respinto la proposta di esibirsi per abbracciare la battaglia per i diritti dei neri in America. A sbattere la porta in faccia agli organizzatori sono stati Rihanna, P!nk e Cardi B in solidarietà alla campagna lanciata dall'ex quarterback dei San Francisco 49ers Colin Kaepernick che scelse nel 2016 di non alzarsi in piedi e di restare in ginocchio durante l'esecuzione dell'inno americano per protestare contro il razzismo, perdendo così il suo ruolo.
Il suo gesto è stato poi adottato da numerosi altri giocatori, anche di altri sport, generando discussioni e polemiche, in cui è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti
I Maroon 5 hanno invece accettato l'invito nonostante una petizione su Change.org che li esortava a ritirarsi. "Finché la lega di football non cambierà la sua politica e sosterrà il diritto costituzionale dei giocatori a protestare, nessun artista dovrebbe accettare di collaborare con la Nfl", si legge nel testo della petizione.
"Avrei sbagliato mestiere se non sapessi affrontare un minimo di controversia. Ce lo aspettavamo. Vorremmo andare avanti e parlare attraverso la musica”, ha dichiarato il frontman dei Maroon 5 Adam Levine che ha tuttavia confermato la presenza solo il 10 gennaio, praticamente all'ultimo momento.
La Rete non ha perdonato e su Twitter la band è stata bersaglio di critiche e meme. C'è poi chi ha fatto notare che nessuno ha rimproverato a Levine di non aver mantenuto il decoro sul palco, quando si è tolto la maglietta mostrando il petto tatuato e muscoloso. Qualche anno fa quando durante l’esibizione con Justin Timberlake, a Janet Jackson uscì fuori un capezzolo dall’abito, scoppiò uno scandalo. E dopo il "nipple gate" la cantante fu tenuta lontana dalle tv americane per un bel po'.
Sullo show hanno avuto un certo peso le discussioni sul razzismo che lo hanno preceduto e le eccellenti defezioni di altri artisti che hanno rifiutato di esibirsi.
La polemica
Uno dei momenti più attesi del Super Bowl, la finale del campionato della National Football League, è quello dell'Halftime Show, il mini concerto che viene organizzato durante l'intervallo lungo della partita. Chi si esibisce, sa che che lo farà davanti a un pubblico di 100 milioni di spettatori, tanti sono gli aficionados della finale che quest'anno ha visto sfidarsi i Los Angeles Rams e i New England Patriots. Difficile dire di no, eppure questa volta diverse star americane di colore hanno respinto la proposta di esibirsi per abbracciare la battaglia per i diritti dei neri in America. A sbattere la porta in faccia agli organizzatori sono stati Rihanna, P!nk e Cardi B in solidarietà alla campagna lanciata dall'ex quarterback dei San Francisco 49ers Colin Kaepernick che scelse nel 2016 di non alzarsi in piedi e di restare in ginocchio durante l'esecuzione dell'inno americano per protestare contro il razzismo, perdendo così il suo ruolo.
Il suo gesto è stato poi adottato da numerosi altri giocatori, anche di altri sport, generando discussioni e polemiche, in cui è intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti
I Maroon 5 hanno invece accettato l'invito nonostante una petizione su Change.org che li esortava a ritirarsi. "Finché la lega di football non cambierà la sua politica e sosterrà il diritto costituzionale dei giocatori a protestare, nessun artista dovrebbe accettare di collaborare con la Nfl", si legge nel testo della petizione.
"Avrei sbagliato mestiere se non sapessi affrontare un minimo di controversia. Ce lo aspettavamo. Vorremmo andare avanti e parlare attraverso la musica”, ha dichiarato il frontman dei Maroon 5 Adam Levine che ha tuttavia confermato la presenza solo il 10 gennaio, praticamente all'ultimo momento.
La Rete non ha perdonato e su Twitter la band è stata bersaglio di critiche e meme. C'è poi chi ha fatto notare che nessuno ha rimproverato a Levine di non aver mantenuto il decoro sul palco, quando si è tolto la maglietta mostrando il petto tatuato e muscoloso. Qualche anno fa quando durante l’esibizione con Justin Timberlake, a Janet Jackson uscì fuori un capezzolo dall’abito, scoppiò uno scandalo. E dopo il "nipple gate" la cantante fu tenuta lontana dalle tv americane per un bel po'.
Adam Levine dressed up like some house decor for the halftime LOL pic.twitter.com/XGd3tnVWD8
— k.elsey. (@EKelseeey) 4 febbraio 2019
The only take-away from this year’s Super Bowl is the striking resemblance between Adam Levine and Chipotle bags pic.twitter.com/BOQAZYAgaL
— Bailey Hunter (@Bailey_Hunter24) 4 febbraio 2019