Addio a Max Mosley, ex capo Formula 1. "Ha lottato per scrollarsi di dosso l'ombra di Adolf Hitler"
Figlio più giovane del leader fascista Oswald Mosley, la carriera di Max è stata condizionata dal passato di suo padre e da episodi controversi. È stato Presidente della Federazione internazionale dell'automobile (FIA) dal 1993 al 2009 e insieme a Ecclestone
E' morto all'età di 81 anni Max Mosley, ex presidente della Federazione Internazionale dell'Automobile (Fia) dal 1993 al 2009, subentrato dopo aver ricoperto ruoli amministrativi nel Motorsport. È rimasto in carica tre mandati da Presidente prima di dimettersi nel 2009. Era malato di cancro. "Eravamo come fratelli. In un certo senso sono contento perché ha sofferto troppo a lungo", ha commentato Ecclestone che ha ricordato il lavoro fatto da Mosley: "Ha fatto un sacco di cose buone per il Motorsport e per l'industria automobilistica, affinché venissero costruite delle auto sicure".
Mosley ha iniziato la sua carriera da giurista, per poi guidare anche in Formula 2 partecipando alla nefasta gara di Hockenheim del 1968 nella quale perse la vita il leggendario Jim Clark. Un anno dopo l'incidente si ritirò e fondò la March, team che nelle sue 16 stagioni in Formula 1 conquistò tre vittorie. Nella sua vita ha lottato per uscire dall'ombra del passato di suo padre Oswald, che guidò l'Unione britannica dei fascisti negli anni '30 e Adolf Hitler partecipò al suo matrimonio con Lady Mitford nel 1936.
Durante i 16 anni in Formula 1 Mosley contribuì, insieme a Ecclestone, a rendere questo sport come lo conosciamo oggi. E, come presidente della Fia, fu tra i principali artefici della promozione dei test Euro Ncap, fondamentali a garantire maggior sicurezza nelle auto sul mercato soprattutto dopo la morte di Ayrton Senna.
Tra i fatti controversi che hanno coinvolto Mosley ce n'è uno in particolare che risale al 2008, quando il tabloid News of the World pubblicò un servizio sulla sua partecipazione a un festino in uniformi naziste. Al quotidiano fu proibita la pubblicazione integrale del video e fu inflitta una condanna al pagamento di 60mila sterline per la violazione della privacy dei coinvolti. Il caso spinse però Mosley nel 2009 a non ricandidarsi alla presidenza della Fia.
Mosley ha iniziato la sua carriera da giurista, per poi guidare anche in Formula 2 partecipando alla nefasta gara di Hockenheim del 1968 nella quale perse la vita il leggendario Jim Clark. Un anno dopo l'incidente si ritirò e fondò la March, team che nelle sue 16 stagioni in Formula 1 conquistò tre vittorie. Nella sua vita ha lottato per uscire dall'ombra del passato di suo padre Oswald, che guidò l'Unione britannica dei fascisti negli anni '30 e Adolf Hitler partecipò al suo matrimonio con Lady Mitford nel 1936.
Durante i 16 anni in Formula 1 Mosley contribuì, insieme a Ecclestone, a rendere questo sport come lo conosciamo oggi. E, come presidente della Fia, fu tra i principali artefici della promozione dei test Euro Ncap, fondamentali a garantire maggior sicurezza nelle auto sul mercato soprattutto dopo la morte di Ayrton Senna.
Tra i fatti controversi che hanno coinvolto Mosley ce n'è uno in particolare che risale al 2008, quando il tabloid News of the World pubblicò un servizio sulla sua partecipazione a un festino in uniformi naziste. Al quotidiano fu proibita la pubblicazione integrale del video e fu inflitta una condanna al pagamento di 60mila sterline per la violazione della privacy dei coinvolti. Il caso spinse però Mosley nel 2009 a non ricandidarsi alla presidenza della Fia.