Addio a Claudine Auger, fu la Bond girl di Agente 007 - Operazione Tuono
L'attrice francese aveva 78 anni
L'attrice francese Claudine Auger, celebre come 'Bond girl' nel film "Agente 007 - Operazione tuono" (1965) a fianco di Sean Connery, è morta mercoledì scorso a Parigi all'età di 78 anni. L'annuncio della scomparsa è stato dato dall'agenzia Art Time che la rappresentava.
Nel 1958, dopo aver vinto il concorso per la selezione di Miss Francia, Auger partecipò al concorso di Miss Mondo dove giunse seconda. Esordì al cinema con il "Il testamento di Orfeo" (1959) con regia di Jean Cocteau, a cui seguirono "Gioventù nuda" (1960) di Marcel Carné (1960), "L'uomo dalla maschera di ferro" (1962) di Henri Decoin (1962) e "Il mistero del tempio indiano" (1963) di Mario Camerini. Il film che la portò al successo è stato senza dubbio "Agente 007, Operazione tuono" (1965), diretto da Terence Young, che la consacrò prima 'Bond girl' francese: interpretò Dominique "Domino" Derval, protetta e amante del potente Emilio Largo (Adolfo Celi), il numero 2 dell'organizzazione criminale Spectre, che lei vuole uccidere per vendicare la morte del fratello. La scena della spiaggia in cui indossa un elegante e iconico bikini bianco e nero e parla con James Bond è uno dei momenti più famosi della saga di 007.
Il ruolo era in origine quello di una donna italiana come nel romanzo dello scrittore britannico Ian Fleming, ma Claudine Auger impressionò a tal punto i produttori britannici che il personaggio venne cambiato in quello di una francese, più congeniale alla sua interpretazione. Dopo il successo come 'Bond girl' ha interpretato spesso ruoli sexy particolarmente in Italia. Tra le pellicole successive figurano "Operazione San Gennaro" (1966) di Dino Risi (1966), "Agli ordini del fuhrer e al servizio di sua maestà" (1966), di Terence Young, "L'arcidiavolo" (1966) di Ettore Scola, "Il padre di famiglia" (1967) di Nanni Loy, "Le dolci signore" (1968) di Luigi Zampa, "Scusi, facciamo l'amore?" (1968) di Vittorio Caprioli, "I bastardi" (1968) di Duccio Tessari, "Love Birds - Una strana voglia d'amare" (1969) di Mario Caiano (1969), "Come ti chiami, amore mio?" (1969) di Umberto Silva, "La tarantola dal ventre nero" (1971) di Paolo Cavara.
Nel 1958, dopo aver vinto il concorso per la selezione di Miss Francia, Auger partecipò al concorso di Miss Mondo dove giunse seconda. Esordì al cinema con il "Il testamento di Orfeo" (1959) con regia di Jean Cocteau, a cui seguirono "Gioventù nuda" (1960) di Marcel Carné (1960), "L'uomo dalla maschera di ferro" (1962) di Henri Decoin (1962) e "Il mistero del tempio indiano" (1963) di Mario Camerini. Il film che la portò al successo è stato senza dubbio "Agente 007, Operazione tuono" (1965), diretto da Terence Young, che la consacrò prima 'Bond girl' francese: interpretò Dominique "Domino" Derval, protetta e amante del potente Emilio Largo (Adolfo Celi), il numero 2 dell'organizzazione criminale Spectre, che lei vuole uccidere per vendicare la morte del fratello. La scena della spiaggia in cui indossa un elegante e iconico bikini bianco e nero e parla con James Bond è uno dei momenti più famosi della saga di 007.
Il ruolo era in origine quello di una donna italiana come nel romanzo dello scrittore britannico Ian Fleming, ma Claudine Auger impressionò a tal punto i produttori britannici che il personaggio venne cambiato in quello di una francese, più congeniale alla sua interpretazione. Dopo il successo come 'Bond girl' ha interpretato spesso ruoli sexy particolarmente in Italia. Tra le pellicole successive figurano "Operazione San Gennaro" (1966) di Dino Risi (1966), "Agli ordini del fuhrer e al servizio di sua maestà" (1966), di Terence Young, "L'arcidiavolo" (1966) di Ettore Scola, "Il padre di famiglia" (1967) di Nanni Loy, "Le dolci signore" (1968) di Luigi Zampa, "Scusi, facciamo l'amore?" (1968) di Vittorio Caprioli, "I bastardi" (1968) di Duccio Tessari, "Love Birds - Una strana voglia d'amare" (1969) di Mario Caiano (1969), "Come ti chiami, amore mio?" (1969) di Umberto Silva, "La tarantola dal ventre nero" (1971) di Paolo Cavara.