Addio a Katherine Johnson, matematica della Nasa che portò l'uomo sulla Luna
Prima scienziata afro-americana a lavorare per l'agenzia spaziale Usa, Katherine Johnson contribuì in modo fondamentale all'aeronautica e al programma spaziale americano, sfidando razzismo e sessismo
La Johnson aveva 101 anni e a dare notizia della sua morte è stata la stessa agenzia spaziale americana.
We're saddened by the passing of celebrated #HiddenFigures mathematician Katherine Johnson. Today, we celebrate her 101 years of life and honor her legacy of excellence that broke down racial and social barriers: https://t.co/Tl3tsHAfYB pic.twitter.com/dGiGmEVvAW
— NASA (@NASA) February 24, 2020
In un'epoca di segregazione razziale e di discriminazione di genere, Johnson è stata come un'eroina, tenuta nell'ombra durante i suoi primi anni alla Nasa. Il suo lavoro è arrivato all'attenzione del grande pubblico probabilmente solo dopo l'uscita de "Il diritto di contare" (Hidden figures), film del 2016 diretto da Theodore Melfi.
Nata il 26 agosto 1918 in una cittadina della Virginia occidentale, la Johnson rivelò sin dall'infanzia il suo talento per la matematica e fu un enfant prodige diplomandosi a soli 14 anni. Assunta dalla Nasa nel 1953, quando l'agenzia si chiamava ancora National Advisory Committee for Aeronautics (Naca), iniziò la sua carriera come "calcolatrice", mentre dal 1958 fino al 1986, anno in cui andò in pensione, lavorò come ingegnere aerospaziale.
Nel 1959 calcolò sia la traiettoria per il primo volo spaziale con equipaggio sia la finestra di lancio per la sua missione Mercury del 1961 con Alan Shepard. Nel 1962, quando la Nasa utilizzò per la prima volta i calcolatori elettronici per il calcolo del volo orbitale di John Glenn con la Mercury Friendship 7, le venne richiesto di verificare i dati forniti dello stesso computer.
Nel 1970 continuò quindi a lavorare alla missione Apollo 13 e le sue verifiche furono fondamentali per riportare a casa gli astronauti della missione, in difficoltà dopo l'esplosione di un serbatoio di ossigeno. Ma la Johnson non fu solo una pioniera in campo scientifico.
Prima ancora della sua carriera alla Nasa, nel 1938 fu ammessa (prima donna afro-americana) alla scuola di specializzazione West Virginia University insieme ad altri due studenti afroamericani, in seguito ad una sentenza della corte suprema degli Stati Uniti con cui fu stabilito che gli stati avrebbero dovuto soddisfare le necessità di istruzione anche degli studenti di colore. La sentenza fu un punto di svolta per la fine della segregazione.
Nel 2015 l'ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, l'ha insignita della Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti.