Addio a Michael Hawley, geniale mente del MIT. Scrisse con Jobs il discorso Stay hungry Stay foolish
Era un programmatore, un insegnante, precursore dell'Internet delle cose e appassionato di orologeria, aveva preso parte a una spedizione sull'Everest e pubblicato il libro più grande del mondo
E' morto a 58 anni Michael Hawley. Aveva il cancro. Il suo volto e il suo nome sono sconosciuti ai più. Tutti però ricordano il celebre discorso pronunciato da Steve Jobs all'Università di Stanford il 12 giugno 2005 e considerato il suo testamento. Si chiudeva con la frase "Stay Hungry, stay foolish", un invito agli studenti a restare "affamati e folli". Ovvero, non perdere mai la curiosità e l'ambizione di cambiare il mondo con un pizzico di follia. Quel discorso Jobs lo aveva scritto insieme a Michael Hawley che di curiosità e follia ne ha fatto uno stile di vita.
Hawley era un educatore, un professore al Mit Media Lab, ma continuava a definirsi uno "studente". Era un maestro delle tecnologie digitali, precursore dell'Internet delle cose, dell'applicazione cioè di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
Aveva dato il suo contributo anche per una delle prime spedizioni scientifiche sul Monte Everest. Ed è suo il record del libro illustrato (sul Bhutan) più grande del mondo. Era anche un pianista: aveva vinto il primo premio in una competizione internazionale di musicisti amatoriali e suonato al fianco del violoncellista Yo-Yo Ma al matrimonio del divulgatore scientifico Bill Nye. Era un appassionato di orologeria.
Aveva iniziato la sua carriera come programmatore di videogiochi presso la Lucasfilm, la società creata dal regista di "Star Wars" George Lucas. E aveva passato gli ultimi anni a curare l'Entertainment Gathering, o EG, una conferenza dedicata allo sviluppo di nuove idee. Nel mezzo ci sono gli anni passati alla NeXT, l'influente compagnia di computer fondata da Steve Jobs dopo aver lasciato la Apple a metà degli anni '80.
Ma il suo successo più grande, disse in un commovente discorso, era suo figlio, nato due anni fa: gli aveva fatto vedere la bellezza delle relazioni e degli accadimenti di tutti i giorni, quelle piccole cose date per scontate che valgono una vita intera.
Hawley era un educatore, un professore al Mit Media Lab, ma continuava a definirsi uno "studente". Era un maestro delle tecnologie digitali, precursore dell'Internet delle cose, dell'applicazione cioè di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti.
Aveva dato il suo contributo anche per una delle prime spedizioni scientifiche sul Monte Everest. Ed è suo il record del libro illustrato (sul Bhutan) più grande del mondo. Era anche un pianista: aveva vinto il primo premio in una competizione internazionale di musicisti amatoriali e suonato al fianco del violoncellista Yo-Yo Ma al matrimonio del divulgatore scientifico Bill Nye. Era un appassionato di orologeria.
Aveva iniziato la sua carriera come programmatore di videogiochi presso la Lucasfilm, la società creata dal regista di "Star Wars" George Lucas. E aveva passato gli ultimi anni a curare l'Entertainment Gathering, o EG, una conferenza dedicata allo sviluppo di nuove idee. Nel mezzo ci sono gli anni passati alla NeXT, l'influente compagnia di computer fondata da Steve Jobs dopo aver lasciato la Apple a metà degli anni '80.
Ma il suo successo più grande, disse in un commovente discorso, era suo figlio, nato due anni fa: gli aveva fatto vedere la bellezza delle relazioni e degli accadimenti di tutti i giorni, quelle piccole cose date per scontate che valgono una vita intera.