Addio a Luis Sepúlveda, lo scrittore combattente che amava le favole e la poesia
Era ricoverato da fine febbraio a Oviedo dopo aver contratto il coronavirus
È morto lo scrittore cileno Luis Sepúlveda. Aveva 70 anni ed era ricoverato da fine febbraio in ospedale a Oviedo in Spagna dopo aver contratto il coronavirus.
Luis Sepúlveda e la moglie, la poetessa Carmen Yáñez, erano risultati positivi al test. Avevano accusato i primi sintomi due giorni dopo il rientro da un festival letterario a Póvoa de Varzim, in Portogallo, dove erano stati dal 18 al 23 febbraio. La Yáñez da due settimane era negativa ai test.
Poesie e impegno
Luis Sepúlveda Calfucura nasce a Ovalle, in Cile, il 4 ottobre 1949. Cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile a 13 anni sogna di diventare un calciatore ma l'incontro con Gloria, ''la ragazza più bella del mondo'', lo porta verso un'altra direzione: la poesia, che era la cosa che lei amava di più.
Legge García Lorca, Antonio Machado e Gabriela Mistral, prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1945. A 17 anni inizia a lavorare come giornalista per il quotidiano Clarín. Nel 1969 pubblica il suo primo libro e vince una borsa di studio per l’Università Lomonosov di Mosca. Dopo pochi mesi viene espulso dall’Unione Sovietica per "atteggiamenti contrari alla morale proletaria".
Durante la presidenza di Salvador Allende si iscrive al Partito Socialista ed entra a far parte della guardia personale del Presidente cileno. Dopo il colpo di Stato di Pinochet viene arrestato, torturato e segregato in una cella minuscola.
Condannato all’ergastolo, la pena viene commutata in 8 anni di esilio su pressione di Amnesty International. Dopo aver combattuto in Nicaragua con le Brigate Internazionali Simón Bolívar si trasferisce in Europa. Prima in Germania, poi in Francia dove ottiene anche la cittadinanza. Nel 1982 inizia a collaborare con Greenpeace partecipando a diverse spedizioni. L’esperienza lo porta a scrivere il romanzo “Il mondo alla fine del mondo”.
Riavrà la cittadinanza cilena molti anni più tardi. "Sono un apolide. Ero ad Amburgo nel 1986 quando mi hanno rubato la cittadinanza" dice nel 2017.
Le opere
"Sono uno scrittore - diceva Sepúlveda - perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori".
Attivista instancabile ed eccellente narratore, Sepúlveda ha raggiunto la fama internazionale con il suo primo romanzo: "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Poi, con 'Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare', diventata un film d'animazione per la regia Enzo D'Alo', è stato consacrato come scrittore non solo per un pubblico adulto ma per tutte le età. A marzo era atteso in Italia per parlare di 'Coraggio' al festival dei piccoli e medi editori 'Più libri più liberi', cancellato per la pandemia. Era innamorato del nostro paese dove le sue opere hanno superato complessivamente gli otto milioni di copie e dove lettori e fan lo hanno sempre ricambiato con incontri affollatissimi da un pubblico di ogni età. Aveva vinto il Premio Hemingway per la Letteratura, il Premio Chiara alla carriera ed era stato insignito di una Laurea Honoris Causa in Lettere dall'Università di Urbino.
Tra le sue opere: 'Il mondo alla fine del mondo', 'Un nome da torero', 'La frontiera scomparsa', 'Diario di un killer sentimentale', 'Patagonia Express', 'Le rose di Atacama'. Ma anche di 'Storie ribelli' in cui ha ripercorso oltre 40 anni di vicende personali e corali e della preziosa raccolta di articoli 'Ingredienti per una vita di formidabili passioni' in cui troviamo il Sepúlveda privato e politico. In cui insieme al difficile passato cileno, all'esilio, ai viaggi, fra cui quello nel deserto di Atacama,troviamo i ricordi del primo bacio e degli amici e maestri come Tonino Guerra ''formidabile, eterno ragazzo'', il gigante Gabo-Gabriel García Márquez e Pablo Neruda che cominciò a morire quando ''l'orrore del fascismo si impadroniva del Cile''. Con Bruno Arpaia ha scritto 'Raccontare, resistere' e con Carlo Petrini di 'Un'idea di felicità'. Il suo ultimo romanzo pubblicato in Italia è 'La fine della storia' e l'ultima favola 'Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa'.
La produzione favolistica era iniziata nel 1997 con 'Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare', pubblicata da Salani e poi da Guanda cui sono seguite fra l'altro 'Storia di un topo e del gatto che diventò suo amico' e 'Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà'. "Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio", diceva.
Luis Sepúlveda e la moglie, la poetessa Carmen Yáñez, erano risultati positivi al test. Avevano accusato i primi sintomi due giorni dopo il rientro da un festival letterario a Póvoa de Varzim, in Portogallo, dove erano stati dal 18 al 23 febbraio. La Yáñez da due settimane era negativa ai test.
Poesie e impegno
Luis Sepúlveda Calfucura nasce a Ovalle, in Cile, il 4 ottobre 1949. Cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile a 13 anni sogna di diventare un calciatore ma l'incontro con Gloria, ''la ragazza più bella del mondo'', lo porta verso un'altra direzione: la poesia, che era la cosa che lei amava di più.
Legge García Lorca, Antonio Machado e Gabriela Mistral, prima donna latinoamericana a vincere il Nobel per la letteratura nel 1945. A 17 anni inizia a lavorare come giornalista per il quotidiano Clarín. Nel 1969 pubblica il suo primo libro e vince una borsa di studio per l’Università Lomonosov di Mosca. Dopo pochi mesi viene espulso dall’Unione Sovietica per "atteggiamenti contrari alla morale proletaria".
Durante la presidenza di Salvador Allende si iscrive al Partito Socialista ed entra a far parte della guardia personale del Presidente cileno. Dopo il colpo di Stato di Pinochet viene arrestato, torturato e segregato in una cella minuscola.
Condannato all’ergastolo, la pena viene commutata in 8 anni di esilio su pressione di Amnesty International. Dopo aver combattuto in Nicaragua con le Brigate Internazionali Simón Bolívar si trasferisce in Europa. Prima in Germania, poi in Francia dove ottiene anche la cittadinanza. Nel 1982 inizia a collaborare con Greenpeace partecipando a diverse spedizioni. L’esperienza lo porta a scrivere il romanzo “Il mondo alla fine del mondo”.
Riavrà la cittadinanza cilena molti anni più tardi. "Sono un apolide. Ero ad Amburgo nel 1986 quando mi hanno rubato la cittadinanza" dice nel 2017.
Le opere
"Sono uno scrittore - diceva Sepúlveda - perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori".
Attivista instancabile ed eccellente narratore, Sepúlveda ha raggiunto la fama internazionale con il suo primo romanzo: "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore". Poi, con 'Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare', diventata un film d'animazione per la regia Enzo D'Alo', è stato consacrato come scrittore non solo per un pubblico adulto ma per tutte le età. A marzo era atteso in Italia per parlare di 'Coraggio' al festival dei piccoli e medi editori 'Più libri più liberi', cancellato per la pandemia. Era innamorato del nostro paese dove le sue opere hanno superato complessivamente gli otto milioni di copie e dove lettori e fan lo hanno sempre ricambiato con incontri affollatissimi da un pubblico di ogni età. Aveva vinto il Premio Hemingway per la Letteratura, il Premio Chiara alla carriera ed era stato insignito di una Laurea Honoris Causa in Lettere dall'Università di Urbino.
Tra le sue opere: 'Il mondo alla fine del mondo', 'Un nome da torero', 'La frontiera scomparsa', 'Diario di un killer sentimentale', 'Patagonia Express', 'Le rose di Atacama'. Ma anche di 'Storie ribelli' in cui ha ripercorso oltre 40 anni di vicende personali e corali e della preziosa raccolta di articoli 'Ingredienti per una vita di formidabili passioni' in cui troviamo il Sepúlveda privato e politico. In cui insieme al difficile passato cileno, all'esilio, ai viaggi, fra cui quello nel deserto di Atacama,troviamo i ricordi del primo bacio e degli amici e maestri come Tonino Guerra ''formidabile, eterno ragazzo'', il gigante Gabo-Gabriel García Márquez e Pablo Neruda che cominciò a morire quando ''l'orrore del fascismo si impadroniva del Cile''. Con Bruno Arpaia ha scritto 'Raccontare, resistere' e con Carlo Petrini di 'Un'idea di felicità'. Il suo ultimo romanzo pubblicato in Italia è 'La fine della storia' e l'ultima favola 'Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa'.
La produzione favolistica era iniziata nel 1997 con 'Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare', pubblicata da Salani e poi da Guanda cui sono seguite fra l'altro 'Storia di un topo e del gatto che diventò suo amico' e 'Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà'. "Delle mie favole sono sempre protagonisti animali e questo, come accadeva in quelle antiche, ti permette di vedere da lontano il comportamento umano per comprenderlo meglio", diceva.