Agente uccide afromericano, è guerriglia urbana a Memphis. Appello della polizia: "Calma"
Dopo una notte di guerriglia nel quartiere Frayser, a nord di Memphis (Usa), la polizia rivolge un appello alla comunità afroamericana: "Calma". L'uccisione di un ragazzo di colore da parte di un agente ha innescato tensioni nella zona. Almeno tre persone sono state arrestate, 36 gli agenti che hanno riportato ferite lievi
Doveva restare una manifestazione di protesta e di lutto, fino a quando gli animi si sono surriscaldati e le fila sciolte. La notte di Frayser, in cui la comunità afroamericana è scesa in strada, compatta, per ricordare l'uccisione di Brandon Webber, 20 anni, padre di un bambino, ucciso dagli agenti mentre tentavano di arrestarlo, è stata segnata da violenza. Sassi contro gli ufficiali, sputi, veicoli della polizia danneggiati così quelli di una vicina caserma dei pompieri. Ci sono voluti i lacrimogeni per disperdere la folla. Ora, la polizia ha lanciato un appello alla comunità: "Calma".
Nel frattempo, trapelano le prime indiscrezioni dall'inchiesta del Tennessee Bureau of Investigation sulla morte del giovane che, al momento dell'arresto viaggiava a bordo di un'auto rubata. "Ha tentato la fuga", "Aveva un fucile", "Ha cercato di investirci", è la difesa della polizia, e dell'agente che ha sparato il colpo fatale. Secondo il procuratore distrettuale della contea di DeSoto, nel Missouri, il ventenne era ricercato per aggressione aggravata e rapina a mano armata: "Su di lui pesavano diversi mandati di cattura". Motivazioni che, ovviamente, non placano gli animi della comunità afroamericana e riaccendono l'eterna faida tra bianchi e neri. In una città a maggioranza nera, nota per essere la capitale del blues e del rock and roll (qui è sepolto Elvis Presley), oltre a essere stata teatro dell'assassinio di Martin Luther King nel 1968, è complicato giustificare i circa venti colpi di arma da fuoco esplosi contro Webber.
La versione della polizia è contestata da testimoni e familiari, secondo cui il ragazzo voleva solo fuggire. Altri sostengono che Brandon fosse disarmato. C'è un video, ora rimosso, pubblicato dalla vittima su Facebook poco prima della sparatoria: immagini in cui il ventenne aveva ripreso l'arrivo degli agenti e pronunciato le seguenti parole: "devono uccidermi".
Dalla strada, le reazioni coinvolgono le istituzioni. La politica sembra dividersi. Mentre le autorità cittadine condannano i tafferugli e gli atti vandalici, Tami Sawyer, massima responsabile della contea di Shelby, in corsa per diventare sindaco di Memphis, si è schierata con la gente scesa in strada: "Non giudicate senza chiedervi come si sente una comunità da sempre ignorata e che ancora una volta è costretta a piangere la morte dei propri giovani". L'America torna a interrogarsi sull'uso eccessivo della forza da parte della polizia nei confronti della minoranza afroamericana, su quella lunga scia di sangue e violenze che negli ultimi anni - dal caso di Trayvon Martin a quello di Michael Brown - ha dato vita al movimento Black Lives Matter.
Nel frattempo, trapelano le prime indiscrezioni dall'inchiesta del Tennessee Bureau of Investigation sulla morte del giovane che, al momento dell'arresto viaggiava a bordo di un'auto rubata. "Ha tentato la fuga", "Aveva un fucile", "Ha cercato di investirci", è la difesa della polizia, e dell'agente che ha sparato il colpo fatale. Secondo il procuratore distrettuale della contea di DeSoto, nel Missouri, il ventenne era ricercato per aggressione aggravata e rapina a mano armata: "Su di lui pesavano diversi mandati di cattura". Motivazioni che, ovviamente, non placano gli animi della comunità afroamericana e riaccendono l'eterna faida tra bianchi e neri. In una città a maggioranza nera, nota per essere la capitale del blues e del rock and roll (qui è sepolto Elvis Presley), oltre a essere stata teatro dell'assassinio di Martin Luther King nel 1968, è complicato giustificare i circa venti colpi di arma da fuoco esplosi contro Webber.
La versione della polizia è contestata da testimoni e familiari, secondo cui il ragazzo voleva solo fuggire. Altri sostengono che Brandon fosse disarmato. C'è un video, ora rimosso, pubblicato dalla vittima su Facebook poco prima della sparatoria: immagini in cui il ventenne aveva ripreso l'arrivo degli agenti e pronunciato le seguenti parole: "devono uccidermi".
Dalla strada, le reazioni coinvolgono le istituzioni. La politica sembra dividersi. Mentre le autorità cittadine condannano i tafferugli e gli atti vandalici, Tami Sawyer, massima responsabile della contea di Shelby, in corsa per diventare sindaco di Memphis, si è schierata con la gente scesa in strada: "Non giudicate senza chiedervi come si sente una comunità da sempre ignorata e che ancora una volta è costretta a piangere la morte dei propri giovani". L'America torna a interrogarsi sull'uso eccessivo della forza da parte della polizia nei confronti della minoranza afroamericana, su quella lunga scia di sangue e violenze che negli ultimi anni - dal caso di Trayvon Martin a quello di Michael Brown - ha dato vita al movimento Black Lives Matter.