Anastasia, la Miss che sfida Pechino sui trapianti di organi e Falun Gong
Persona non grata
A quattro giorni dall'inizio della competizione che a Washington incoronerà la donna "più bella del mondo", gli organizzatori del concorso hanno dato il via libera ad Anastasia Lin che ha potuto finalmente rilasciare dichiarazioni alla stampa dopo che, per tre settimane la consegna del silenzio aveva attratto un'attenzione non benevola verso l'organizzazione del concorso che quest'anno si tiene appunto nella "terra dei liberi e patria dei coraggiosi".
La ventiseienne miss Canada di origine cinese aveva già fatto rumore nel 2015 quando, a causa delle sue denunce contro la persecuzione del Falun Gong, era stata dichiarata persona non grata dalle autorità cinesi. La sanzione l'aveva esclusa dalla gara per Miss Mondo che l'anno scorso era ospitata proprio in territorio cinese, a Sanya.
Per risarcirla e consentirle di partecipare all'edizione 2016 le era stato prorogato il titolo di Miss Canada ma, secondo le accuse di amici e parenti, persone all'interno dell'organizzazione del concorso l'avrebbero minacciata di espulsione se avesse rilasciato interviste ai media circa la politica del governo cinese in materia di trapianto degli organi. Una politica che, secondo molte organizzazioni di diritti umani e Anastasia che se ne fa portavoce, è torbidamente intrecciata alla scomparsa e alla morte dei prigionieri politici: "La Cina non ha un sistema accessibile e volontario per la donazione degli organi, dunque qualcuno deve morire, gli organi non crescono sugli alberi." Pechino ovviamente respinge le accuse e parla di un sistema trasparente fondato sulla donazione volontaria.
L'apparente braccio di ferro tra la Lin e la Miss World Organization non stupisce se si considera che per la finale del concorso di bellezza che andrà in diretta tv domenica sera dall'MGM National Harbor di Washington è atteso un audience intorno al miliardo di spettatori. Un palcoscenico non trascurabile soprattutto se si considera che la trasmissione è sponsorizzata anche da aziende cinesi, proprio la Cina infatti ha ospitato spesso la finale negli ultimi anni: Anastasia è consapevole di questa opportunità e, anche se non si fa illusioni circa la possibilità che le sue denunce passino la censura del governo di Pechino, confida nel fatto che la sua presenza nella finale possa "ispirare ad altri il coraggio di alzarsi e contrastare le autorità".