Nel nome di Anna Politkovskaya, Novaya Gazeta cerca finanziatori in crowdfunding
Novaya Gazeta è il giornale investigativo russo in cui lavorava la giornalista Anna Politkovskaya, assassinata nel 2006 a colpi di pistola nell'ascensore del condominio dove risiedeva. Come lei, altri colleghi sono morti misteriosamente. La campagna di crowdfunding si presenta con lo slogan: "Diventa un partecipante", in russo 'Souchastnik'
La rivista russa Novaya Gazeta ha lanciato una campagna di crowdfunding chiedendo ai propri lettori un sostegno economico. Un 'passo' necessario per sopravvivere. È la prima volta che la redazione fa un appello del genere in venticinque anni di attività, conseguenza della decisione di Putin di istituire una legge che consente ai procuratori di etichettare come "agenti stranieri" i media che ricevono finanziamenti dall'estero.
Fondata da Michail Gorbačëv nel 1993, Novaya Gazeta si è guadagnata la reputazione di giornalismo di spicco per inchieste che vanno dal volo MH17 del 2014 ai Panama Paper 2016. Inchieste che sono costate la vita a sei giornalisti, in particolare ad Anna Politkovskaya.
"Il nostro giornalismo - dicono i redattori durante l'appello - è vero che è costato la vita ad alcuni colleghi, ma allo stesso tempo ha salvato molte vite umane. Vyacheslav Izmailov, uno dei massimi esponenti attuali della rivista, ha ricordato che, grazie al contributo del giornale, quasi duecento soldati russi sono tornati a casa dalla prigionia cecena.
Leggi anche: 10 anni fa moriva assassinata Anna Politkovskaya
Fondata da Michail Gorbačëv nel 1993, Novaya Gazeta si è guadagnata la reputazione di giornalismo di spicco per inchieste che vanno dal volo MH17 del 2014 ai Panama Paper 2016. Inchieste che sono costate la vita a sei giornalisti, in particolare ad Anna Politkovskaya.
"Il nostro giornalismo - dicono i redattori durante l'appello - è vero che è costato la vita ad alcuni colleghi, ma allo stesso tempo ha salvato molte vite umane. Vyacheslav Izmailov, uno dei massimi esponenti attuali della rivista, ha ricordato che, grazie al contributo del giornale, quasi duecento soldati russi sono tornati a casa dalla prigionia cecena.
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