Anno bisesto, anno funesto... Origini, superstizioni e credenze sul 29 febbraio
Nel mondo anglosassone l'anno bisestile è fortunato
Torna dopo quattro anni il 29 febbraio, il giorno che c'è e non c'è, accompagnato dall'antico proverbio "Anno bisesto, anno funesto"... Lo dicevano anche gli antichi romani. Fu proprio Giulio Cesare, per pareggiare i conti con le sei ore circa che ''avanzano'' ogni anno dai 365 giorni canonici, seguendo i calcoli dell'astronomo Sosigene di Alessandria, a introdurre nel suo calendario un giorno in più ogni 4 anni, subito dopo il 24 febbraio. E poiché il 24 febbraio in latino era il ''sexto die ante Calendas Martias'', quel giorno diventò il ''bis sexto die'', da cui la denominazione ''bisestile''. Per i Romani quello era il mese dei Feralia, i riti dedicati ai defunti, funesto quindi. Ed era anche il periodo in ci si svolgevano le Terminalia dedicate a Termine, dio dei Confini, e le Equirie, gare che avevano la funzione di ricordare la conclusione di un ciclo cosmico, due simboli della morte e della fine. Un'altra ipotesi è che per gli antichi tutto ciò che era anomalo e non razionale non poteva essere che di cattivo auspicio quindi anche un anno con un giorno in più.
In seguito, fu Papa Gregorio XIII ad accorgersi che con il passare dei secoli il calendario civile non andava d'accordo con il calendario solare e anzi si rischiava di finire a celebrare la Pasqua in estate. Nel 1582 con la bolla papale Inter gravissimas eliminò dunque tre anni bisestili ogni 400 (quelli d'inizio secolo), riducendo la differenza a soli 26 secondi in eccesso (la durata media dell'anno è ora di 365,2425 giorni). Il giorno in più diventò il 29 febbraio e per quell'anno si riportò l'equinozio di primavera al 21 marzo saltando d'un colpo dal 4 al 15 ottobre.
Non esiste nessun calcolo o base scientifica che avvalori la superstizione per cui l'anno bisestile sia effettivamente un anno funesto anzi a dire il vero nella cultura anglosassone viene considerato un anno fortunato. Questo non ha però impedito il diffondersi soprattutto nella cultura latina di motti e detti come "anno bisesto che passi presto", "anno bisesto tutte le cose van di traverso", "anno che bisesta non si sposa e non s’innesta" e "se l’anno è bisestile, riempi il sacco e il barile". E ancora ''anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso'', ''anno bisesto tutte le cose van di traverso'', ''anno bisestile chi piange e chi stride'', ''anno bisesto senza sesto'' (ovvero, senza senno). Espressioni spesso legate ai ritmi del lavoro contadino che in alcuni casi servivano per indurre a mettere a riposo campi già esauriti che avevano bisogno della necessaria rotazione per tornare a essere produttivi.
Nel mondo anglosassone l'anno bisestile è un anno fortunato. In Irlanda, una tradizione legata a S. Patrizio vuole che il 29 febbraio (il ''leap'' day, il ''giorno del salto'') le ragazze possano chiedere al fidanzato di sposarle. Chi non accetta paga pegno, comprese 12 paia di guanti, uno al mese, per celare la mano ancora senza anello della fanciulla.
Superstizione o no, gli anni bisestili non contano grandi avvenimenti, proprio perché contrarre matrimoni importanti o lanciarsi in campagne di conquista in un anno ''funesto'' non era considerato di buon auspicio. Lo stesso valeva per le "nascite". Statisticamente i "nati il 29 febbraio" dovrebbero essere un quarto della media, ma a lungo si è usato ritardare la registrazione dei neonati al giorno successivo. Fanno eccezione Alessandro Farnese, il futuro Papa Paolo III del concilio di Trento, nato il 29 febbraio del 1468. E, nel 1792, Giocchiano Rossini, il padre del melodramma italiano e autore del Barbiere di Siviglia. Dal Guinness dei primati arriva la famiglia Keogh, con ben tre generazioni dal nonno Peter Antonhy al figlio Peter Eric e la nipote Bethany Wealth, tutti nati il 29 febbraio.
Nell'accrescere la fama di anno sfortunato il caso ha fatto la sua parte: è in un anno bisestile, il 1908, che è avvenuto il terremoto di Messina, nel 1968 quello in Belice, nel 1976 in Friuli e nel 2004 lo tsunami nell'Oceano Indiano.
Ritorna La Bougie du Sapeur
Torna in edicola dopo quattro anni il giornale "bisestile" La Bougie du Sapeur. L'undicesimo numero – una ventina di pagine dal tono satirico –sarà nelle edicole per un mese al prezzo di 4,80 euro. Parte del ricavato andrà in beneficenza.
In seguito, fu Papa Gregorio XIII ad accorgersi che con il passare dei secoli il calendario civile non andava d'accordo con il calendario solare e anzi si rischiava di finire a celebrare la Pasqua in estate. Nel 1582 con la bolla papale Inter gravissimas eliminò dunque tre anni bisestili ogni 400 (quelli d'inizio secolo), riducendo la differenza a soli 26 secondi in eccesso (la durata media dell'anno è ora di 365,2425 giorni). Il giorno in più diventò il 29 febbraio e per quell'anno si riportò l'equinozio di primavera al 21 marzo saltando d'un colpo dal 4 al 15 ottobre.
Non esiste nessun calcolo o base scientifica che avvalori la superstizione per cui l'anno bisestile sia effettivamente un anno funesto anzi a dire il vero nella cultura anglosassone viene considerato un anno fortunato. Questo non ha però impedito il diffondersi soprattutto nella cultura latina di motti e detti come "anno bisesto che passi presto", "anno bisesto tutte le cose van di traverso", "anno che bisesta non si sposa e non s’innesta" e "se l’anno è bisestile, riempi il sacco e il barile". E ancora ''anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso'', ''anno bisesto tutte le cose van di traverso'', ''anno bisestile chi piange e chi stride'', ''anno bisesto senza sesto'' (ovvero, senza senno). Espressioni spesso legate ai ritmi del lavoro contadino che in alcuni casi servivano per indurre a mettere a riposo campi già esauriti che avevano bisogno della necessaria rotazione per tornare a essere produttivi.
Nel mondo anglosassone l'anno bisestile è un anno fortunato. In Irlanda, una tradizione legata a S. Patrizio vuole che il 29 febbraio (il ''leap'' day, il ''giorno del salto'') le ragazze possano chiedere al fidanzato di sposarle. Chi non accetta paga pegno, comprese 12 paia di guanti, uno al mese, per celare la mano ancora senza anello della fanciulla.
Superstizione o no, gli anni bisestili non contano grandi avvenimenti, proprio perché contrarre matrimoni importanti o lanciarsi in campagne di conquista in un anno ''funesto'' non era considerato di buon auspicio. Lo stesso valeva per le "nascite". Statisticamente i "nati il 29 febbraio" dovrebbero essere un quarto della media, ma a lungo si è usato ritardare la registrazione dei neonati al giorno successivo. Fanno eccezione Alessandro Farnese, il futuro Papa Paolo III del concilio di Trento, nato il 29 febbraio del 1468. E, nel 1792, Giocchiano Rossini, il padre del melodramma italiano e autore del Barbiere di Siviglia. Dal Guinness dei primati arriva la famiglia Keogh, con ben tre generazioni dal nonno Peter Antonhy al figlio Peter Eric e la nipote Bethany Wealth, tutti nati il 29 febbraio.
Nell'accrescere la fama di anno sfortunato il caso ha fatto la sua parte: è in un anno bisestile, il 1908, che è avvenuto il terremoto di Messina, nel 1968 quello in Belice, nel 1976 in Friuli e nel 2004 lo tsunami nell'Oceano Indiano.
Ritorna La Bougie du Sapeur
Torna in edicola dopo quattro anni il giornale "bisestile" La Bougie du Sapeur. L'undicesimo numero – una ventina di pagine dal tono satirico –sarà nelle edicole per un mese al prezzo di 4,80 euro. Parte del ricavato andrà in beneficenza.