Fu l'assedio più lungo della storia moderna, tre volte più lungo di quello di Stalingrado e un anno più lungo di quello di Leningrado. Iniziò il 5 aprile 1992, quando l'Armata popolare e i serbo bosniaci strinsero in una morsa d'acciaio la città, simbolo dell'incontro tra culture, etnie e religioni diverse. Il progetto era quello di una "Grande Serbia", Le vittime furono oltre 12mila, di cui 5mila bambini. 50mila i feriti, tutti gli edifici furono danneggiati. Distrutti la Biblioteca Nazionale, il palazzo della Presidenza. Nella città ci fu anche una guerra dentro la guerra: bande criminali, guidate da gangster come Caco, Celo uno e Celo due e protette dal clan degli Izetbegovic, spadroneggiano nelle strade. Si macchiano di stupri, rapimenti, ruberie e uccisioni ai danni di tutte le etnie. Sono coinvolti nel traffico della droga e degli aiuti umanitari.
L’acqua è razionata, la luce viene spesso interrotta dai serbi, la gente è allo stremo. Il rischio epidemie è altissimo, mancano i beni di prima necessità e i prezzi al mercato nero, in cui finiscono anche gli aiuti dell’Onu e di altre associazioni umanitarie, sono alle stelle. La comunità internazionale non interviene fino agli accordi di Dayton, firmati nel novembre 1995. L'assedio viene dichiarato finito solo nel febbraio dell'anno dopo.