Caso Peng Shuai, spunta mail della tennista scomparsa: dubbi su autenticità, sale la preoccupazione
Dal due novembre scorso non si hanno più notizie certe della tennista che ha accusato di stupro l'ex vice premier cinese Zhang Gaoli
La Francia ha chiesto alla Cina di consentire alla tennista Peng Shuai, riapparsa in un torneo dopo settimane di mistero sul suo destino, di "parlare" liberamente per chiarire la sua situazione. "Trovo questa faccenda molto preoccupante", ha dichiarato il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, ai microfono di Lci. "Sto solo aspettando che parli la signora Peng Shuai. E se le autorita' cinesi vogliono fare chiarezza, devono permettere alla signora Peng Shuai di parlare, di dire dove si trova, come sta, come vive, cosa fa, come si prepara per le Olimpiadi". "Se le fosse proibito dovremmo trarne le conseguenze diplomatiche", ha aggiunto il capo della diplomazia francese, senza fornire ulteriori dettagli.
Anche la Casa Bianca aveva rimarcato la sua "preoccupazione" dopo le notizie sulla scomparsa della tennista cinese Peng Shuai e si unisce alle richieste della comunità internazionale a Pechino di fornire prove su dove si trovi.
Un'email attribuita a Peng Shuai e diffusa dalla tv statale di Pechino non ha fatto altro che aumentare le preoccupazioni per la sorte e la sicurezza dell'atleta cinese. Dal mondo del tennis arrivano richieste di chiarimenti, rassicurazioni e trasparenza. Domande che finora non hanno ricevuto risposta. Le autorità cinesi sono rimaste praticamente in silenzio dopo che, due settimane fa, la campionessa di doppio vincitrice di un Grande Slam, aveva denunciato di essere stata aggredita sessualmente dall'ex alto funzionario del governo. Il caso non è stato riportato dai media nazionali e la discussione online è stata fortemente censurata. Weibo (il popolare social network cinese) ha oscurato il profilo di Naomi Osaka, una delle prime a chiedere di far luce sulla scomparsa e sulle accuse della collega.
I dubbi della WTA sulla mail attribuita all'ex tennista cinese
Il numero 1 della WTA, Steve Simon, ha espresso "preoccupazione" per la sicurezza di Peng Shuai e, in una nota diffusa nella serata di ieri, ha detto di dubitare delle informazioni ufficiali provenienti dalla Cina in merito. "La dichiarazione rilasciata oggi dai media statali cinesi riguardo a Peng Shuai non fa che aumentare la mia preoccupazione per la sua sicurezza", ha dichiarato Simon, "Faccio molta fatica a credere che Peng Shuai abbia veramente scritto la mail che abbiamo ricevuto o creda quello che le viene attribuito. Lei ha mostrato incredibile coraggio nel descrivere l'accusa di violenza sessuale contro un ex elemento di spicco del governo cinese. La WTA e tutto il resto del mondo necessitano di una prova verificabile e indipendente che lei sia al sicuro. Ho cercato più volte di contattarla in varie maniere, ma senza fortuna".
Wta: pronti a cancellare competizioni in Cina
Il tennis professionistico femminile minaccia di lasciare la Cina in assenza di chiarimenti: "Siamo pienamente preparati a ritirare le nostre attività e ad affrontare tutte le complicazioni che ne seguiranno - ha affermato Steve Simon, numero uno della Wta, l'associazione che gestisce il circuito femminile a livello mondiale, parlando alla CNN -. Perché le accuse di stupro sono più importante degli affari". Simon ha detto al network di Atlanta che la Wta ha in programma dieci eventi in Cina per il 2022 per un valore di decine di milioni di dollari, ma che era disposto a ritirarli.
Le riserve dell'organizzazione internazionale del tennis femminile sono legate in particolare al fatto che la giocatrice è scomparsa dal 2 novembre. Nella mail arrivata alla WTA, Peng Shuai - che ha accusato l'ex vice primo ministro Zhang Gaoli di averla costretta a fare sesso tre anni fa - smentirebbe l'accaduto: "L'informazione, soprattutto per quanto riguarda l'accusa di violenza sessuale, è falsa. non sono né dispersa né in pericolo. Sto solo riposando a casa, è tutto a posto. grazie ancora per aver preso la mia notizia". "Peng Shuai deve essere autorizzata a parlare liberamente, senza coercizione o intimidazione da alcuna fonte ", ha concluso Simon, "la sua accusa di violenza sessuale va rispettata, investigata con totale trasparenza e senza censura".
La 35enne ex numero uno al mondo in doppio ha accusato sui social l'ex vice primo ministro Zhang Gaoli, che dal 2013 al 2018 è stato uno dei politici più potenti in Cina, di averla costretta a fare sesso prima di farne la sua amante. Questa accusa è stata per un breve lasso di tempo pubblicata il 2 novembre sull'account Weibo ufficiale della tennista (l'equivalente cinese di Twitter). A partire dal 4 novembre, la Cina ha bloccato ogni riferimento a questo messaggio attribuito a Peng Shuai della quale da allora non si erano avute notizie. La WTA e la sua controparte maschile, l'ATP avevano già invitato la Cina a indagare sulle accuse di Peng, e molti tra i colleghi e le colleghe del circuito hanno espresso il loro sostegno all'ex tennista cinese sui social media con l'hashtag #WhereIsPengShuai (Dov'è Peng Shuai).
. #WhereIsPengShuai pic.twitter.com/51qcyDtzLq
— NaomiOsaka大坂なおみ (@naomiosaka) November 16, 2021
Anche Naomi Osaka si è unita al coro delle voci di tennisti, sportivi e gente comune nell'esprimere preoccupazione per la sorte di Peng Shuai: "Sono stata informata da una collega tennista che Peng è scomparsa - ha twittato la campionessa giapponese - spero che lei e la sua famiglia siano al sicuro e stiano bene. Sono scioccata dalla situazione attuale e le mando amore e luce".
Da Torino, dove è impegnato nelle atp finals, anche Novak Djokovic si è dichiarato profondamente preoccupato per la collega cinese, come hanno fatto in questi giorni tanti attuali ed ex campioni della racchetta. L'amministratore delegato della WTA, Steve Simon, aveva invitato le autorità cinesi a condurre "un'indagine completa e trasparente".