Congo. La polveriera del parco dei Virunga dove è stato ucciso l'ambasciatore italiano
Il parco dei Virunga, dove sono stati uccisi in un agguato l'ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci, è patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1979, decretato in pericolo dal 1994. Il parco si trova nella provincia del Nord-Kivu nella Repubblica Democratica del Congo e nel corso degli anni è diventato terreno di scontro in una regione storicamente instabile dove gruppi armati si fronteggiano per il controllo delle risorse naturali.
Creato nel 1925, il Parco nazionale Virunga è patrimonio mondiale dell'Unesco. Gemma naturale minacciata dai conflitti nel Nord Kivu questa area protetta si estende per oltre 7.769 chilometri quadrati ai piedi del vulcano Nyiragongo, tra montagne e foreste, da Goma al territorio di Beni. Il parco è sorvegliato da circa 800 ranger armati, almeno 200 sono stati uccisi durante il servizio.
Luogo unico per la ricchezza della sua biodiversità, famoso in tutto il mondo come rifugio delle ultime specie di gorilla di montagna, il parco è diventato una vera e propria polveriera in una regione storicamente instabile, al confine con il Ruanda, già teatro della cosiddetta grande guerra africana, combattuta tra il 1998 e il 2003. Da allora il Virunga, che ospita importanti popolazioni di elefanti, ippopotami, okapi e scimpanzé, è il covo di numerosi gruppi armati che minacciano il futuro della più vecchia area protetta di tutta l'Africa, in primis dei rangers, e di chiunque si avvicini e possa minacciare i loro interessi.
Secondo un bilancio diffuso dalle stesse autorità del parco, negli ultimi 25 anni almeno 200 ranger sono stati uccisi al suo interno per difendere animali e civili. Un pesante bilancio che fa del Virunga l'area naturale protetta che ha pagato il più alto tributo di sangue al mondo proprio per la sua tutela. La maggior parte degli ultimi attacchi mortali compiuti ai danni delle guardie è stata messa a segno dai miliziani Mai-Mai, uno dei tanti gruppi armati che seminano morte nella regione e si contendono il controllo delle risorse naturali e minerarie. Le ultime vittime domenica scorsa quando sei guardia-parco sono stati uccisi in un attacco. Miliziani Mai Mai hanno teso un'imboscata nello zona tra Nyamitwitwi e Nyamilima, santuario dei gorilla di montagna, secondo quanto riportato da Africa News. "Sei guardiani del parco sono morti a seguito di un attentato perpetrato da un gruppo armato nella zona tra Nyamitwitwi e Nyamilima (centro del parco)", ha riferito Olivier Mukisya, addetto alla comunicazione del Parco, "Un altro guardiano è rimasto gravemente ferito". Questa vasta area nel cuore della regione dei Grandi Laghi, une delle più povere e densamente popolate dell'Africa, è ricca di risorse naturali che fanno gola ai diversi gruppi armati congolesi, ruandesi e ugandesi che vi hanno trovato rifugio negli ultimi 20 anni.
Secondo le stime ufficiali, il saccheggio delle foreste del parco in carbone di legna ha un valore annuo di circa 27,5 milioni di euro. Elefanti vengono uccisi per il loro avorio, venduti dai trafficanti
attraverso i confinanti Ruanda e Uganda. A queste attività di contrabbando si aggiungono le tasse percepite illegalmente dai gruppi armati, sia i Mai-Mai sia le Forze democratiche di liberazione del Ruanda (FdlR), tasse imposte ai pescatori sulle sponde del Lago Eduardo: in tutto ogni settimana circa 2 mila piroghe pagano ai miliziani cinque euro in cambio di un gettone che autorizza la loro circolazione. A denunciarlo è il Centro di ricerca sull'ambiente, la democrazia e i diritti umani (Creddho) di Goma, capoluogo del Nord Kivu.
Nel Virunga si è poi sviluppata un'altra attività altamente redditizia per i gruppi armati: il rapimento dei dipendenti delle Ong internazionali, ma anche di poveri contadini e soprattutto dei preti. I rapiti
vengono liberati solo se le famiglie, in genere molto povere, riescono a pagare il riscatto, somme esorbitanti fino a 500 mila dollari. Numerose famiglie hanno raccontato di essersi indebitate a vita pur di salvare i propri cari. Essendo diventata sempre più insicura, dal 2016 la nazionale numero 2, la principale strada che attraversa il parco, si può percorrere soltanto sotto scorta.
Dieci anni fa è stata costituita l'Alleanza Virunga - su iniziativa dell'Istituto congolese per la conservazione dell'ambiente (Iccn), di ong locali ed internazionali, dell'Unesco, dell'Unione europea e altri donatori - per garantire lo sviluppo economico delle zone limitrofe. Tra gli interventi prioritari c'è il rifornimento in energia elettrica ai 4 milioni di residenti e il miglioramento delle loro condizioni di vita, in particolare grazie ad alcune centrale idro-elettriche già in servizio ed altre in costruzione, poco fuori dal parco.
Nel corso degli anni le guardie ambientali sono diventate veri e propri soldati incaricati di proteggere anche i civili, ma evidentemente non basta. Oggi circa 800 agenti sono dispiegati nel parco del Virunga, ben equipaggiati e addestrati dalle forze belghe. Nonostante le aggressioni subite, il numero di gorilla e di altre specie è in aumento e il miglior rifornimento in luce e acqua sta giovando al turismo, concentrato nell'enclave dei vulcani Mikeno e Nyiragongo. "I gruppi armati cercano di sabotare le nostre azioni a favore delle popolazioni ma non ci scoraggiamo" aveva dichiarato al quotidiano francese 'Le Monde' il vice direttore del Virunga, Innocent Mburanumwe.