La collisione planetaria che formò la Luna potrebbe aver reso possibile la vita sulla Terra
La nuova teoria è stata elaborata dagli scienziati della Rice University: lo scontro tra la Terra e un corpo celeste delle dimensioni di Marte potrebbe aver fornito al nostro pianeta gli ingredienti necessari allo sviluppo della vita
Secondo uno studio condotto dalla Rice University di Houston, negli Stati Uniti, e pubblicato su Science Advances, la Terra potrebbe aver ricevuto gli "ingrendienti" necessari allo sviluppo della vita da una catastrofica collisione con un proto-pianeta delle dimensioni di Marte, che conteneva gran parte di questi elementi. Si tratterebbe, forse, della stessa collisione da cui nacque la Luna circa 4,4 miliardi di anni fa.
Una delle teorie più comuni ipotizza che la maggior parte degli elementi essenziali per lo sviluppo della vita siano giunti sulla Terra a seguito di un "bombardamento" di meteoriti dopo la formazione del nucleo. Teoria che non ha mai convinto del tutto gli studiosi. Se, infatti, l'impronta isotopica della materia volatile sulla Terra corrisponde a quella dei meteoriti (condriti), non si può dire lo stesso per il rapporto tra Carbonio e Azoto, che sulla Terra è di 40 a 1 mentre nelle condriti è di 20 a 1.
Il professor Rajdeep Dasgupta, uno dei principali autori dello studio, sottolinea come il lavoro proposto "sia il primo scenario che può dare una spiegazione consistente e compatibile con tutti gli indizi geochimici".
Questa nuova teoria è basata su una serie di esperimenti di laboratorio condotti sulle reazioni chimiche tra zolfo, carbonio e idrogeno in condizioni di intensa pressione e temperatura, come avviene nelle profondità dei pianeti. I dati così ottenuti sono stati successivamente elaborati da un algoritmo che, dopo aver simulato circa un miliardo di possibili scenari, ha stabilito quali siano le condizioni più favorevoli per la produzione degli "ingredienti" della vita sulla Terra.
"Ciò che abbiamo scoperto è che tutti gli indizi - le firme isotopiche, il rapporto carbonio-azoto e le quantità complessive di carbonio, azoto e zolfo nel mantello terrestre - sono compatibili con un impatto tra un pianeta in formazione e un pianeta delle dimensioni di Marte con un nucleo ricco di zolfo", ha detto Damanveer Grewal, studente specializzando che ha lavorato alla ricerca con il prof. Dasgupta.
Una delle teorie più comuni ipotizza che la maggior parte degli elementi essenziali per lo sviluppo della vita siano giunti sulla Terra a seguito di un "bombardamento" di meteoriti dopo la formazione del nucleo. Teoria che non ha mai convinto del tutto gli studiosi. Se, infatti, l'impronta isotopica della materia volatile sulla Terra corrisponde a quella dei meteoriti (condriti), non si può dire lo stesso per il rapporto tra Carbonio e Azoto, che sulla Terra è di 40 a 1 mentre nelle condriti è di 20 a 1.
Il professor Rajdeep Dasgupta, uno dei principali autori dello studio, sottolinea come il lavoro proposto "sia il primo scenario che può dare una spiegazione consistente e compatibile con tutti gli indizi geochimici".
Questa nuova teoria è basata su una serie di esperimenti di laboratorio condotti sulle reazioni chimiche tra zolfo, carbonio e idrogeno in condizioni di intensa pressione e temperatura, come avviene nelle profondità dei pianeti. I dati così ottenuti sono stati successivamente elaborati da un algoritmo che, dopo aver simulato circa un miliardo di possibili scenari, ha stabilito quali siano le condizioni più favorevoli per la produzione degli "ingredienti" della vita sulla Terra.
"Ciò che abbiamo scoperto è che tutti gli indizi - le firme isotopiche, il rapporto carbonio-azoto e le quantità complessive di carbonio, azoto e zolfo nel mantello terrestre - sono compatibili con un impatto tra un pianeta in formazione e un pianeta delle dimensioni di Marte con un nucleo ricco di zolfo", ha detto Damanveer Grewal, studente specializzando che ha lavorato alla ricerca con il prof. Dasgupta.