Attivista fermato in Russia Yuri Guaiana a Rainews24: "Sto bene, ma non so cosa succederà"
L'attivista radicale italiano per i diritti civili Yuri Guaiana,consegnava per conto dell'ong 'AllOut' una petizione per chiedere giustizia e verità sulle persecuzioni di gay in Cecenia
L'attivista radicale italiano fermato in Russia, Yuri Guaiana collegato da Mosca con Rainews24 racconta: non abbiamo fatto niente di male, solo raccolto firme contro le persecuzioni ai gay. "La polizia le ha requisite - dice - mi hanno arrestato con altri 4 attivisti russi. Non ci hanno portato né acqua né cibo".
Yuri Guaiana sta bene, ma è ancora trattenuto dalla polizia russa. L'attivista per i diritti degli gay fermato a Mosca ha potuto parlare al telefono con RaiNews24, e raccontare cosa è accaduto quando ha tentato di consegnare la petizione per la tutela dei diritti degli omosessuali in Cecenia, dove sono all'ordine del giorno persecuzioni contro la comunità Lgbt. "Sto bene, sono in carcere, in una stanza con altri quattro attivisti russi e un poliziotto. Ogni tanto vengono a farci domande e chiedere documenti, in particolare a me per il visto. Non sappiamo cosa succederà adesso. Non abbiamo ancora mangiato, non ci hanno portato neanche un biacchiere d'acqua", ha detto, al telefono con Rainews24, l'attivista Lgbt.
"È una cosa senza precedenti", spiega Guaiana. "In Cecenia gli omosessuali vengono torturati e uccisi. Questo potrebbe essere considerato un crimine contro l'umanità. Noi chiediamo che i cittadini russi abbiamo diritto di vivere in libertà e che questi crimini cessino immediatamente e lo chiediamo in maniera pacifica".
Yuri Guaiana sta bene, ma è ancora trattenuto dalla polizia russa. L'attivista per i diritti degli gay fermato a Mosca ha potuto parlare al telefono con RaiNews24, e raccontare cosa è accaduto quando ha tentato di consegnare la petizione per la tutela dei diritti degli omosessuali in Cecenia, dove sono all'ordine del giorno persecuzioni contro la comunità Lgbt. "Sto bene, sono in carcere, in una stanza con altri quattro attivisti russi e un poliziotto. Ogni tanto vengono a farci domande e chiedere documenti, in particolare a me per il visto. Non sappiamo cosa succederà adesso. Non abbiamo ancora mangiato, non ci hanno portato neanche un biacchiere d'acqua", ha detto, al telefono con Rainews24, l'attivista Lgbt.
"È una cosa senza precedenti", spiega Guaiana. "In Cecenia gli omosessuali vengono torturati e uccisi. Questo potrebbe essere considerato un crimine contro l'umanità. Noi chiediamo che i cittadini russi abbiamo diritto di vivere in libertà e che questi crimini cessino immediatamente e lo chiediamo in maniera pacifica".