Cina, scarpe per brand di Ivanka, arrestato perché indagava su condizioni di lavoro, parla la moglie
Il governo cinese ha respinto al mittente l'appello del Dipartimento di Stato americano per la liberazione di tre attivisti arrestati mentre indagavano sulle condizioni di lavoro in una fabbrica di scarpe che rifornisce, tra gli altri, anche il brand di Ivanka Trump. Rimane aperto il caso, scottante per il presidente eletto con lo slogan "America First", mentre Pechino cerca di seppellire la questione come ha raccontato all'Associated Press Deng Guilian, moglie di uno degli arrestati, anche lei interrogata per ore dalla polizia.
Quando è arrivata la telefonata che le ha comunicato il fermo del marito, Deng Guilian stava giocando con il figlioletto Bo Bo. L'accusa per Hua Haifeng e altri due attivisti della China Labor Watch, una organizzazione nonprofit con base a New York, è quella di aver fatto illegalmente foto e registrazioni. Hua e i compagni al momento dell'arresto si trovavano a Guanzhou, nel sudest della Cina, impegnati nel raccogliere dati e informazioni sulle condizioni di lavoro in alcune fabbriche che, almeno fino a Marzo, producevano scarpe anche per il marchio di Ivanka Trump e si apprestavano a rendere pubblico un report che parla di orari eccessivi, paga infima, mobbing e il possibile abuso di manodopera minorile nelle fabbriche del Huajian Group, che per altro risponde negando ogni addebito.
Sono centinaia gli attivisti e gli avvocati impegnati nel denunciare le condizioni di lavoro in Cina che finiscono dentro mentre fuori le famiglie sono abbandonate a loro stesse, private di sostegno economico. E proprio con la promessa di un aiuto finanziario, denuncia Deng Guilian, le autorità cinesi hanno cercato di convincerla al silenzio sul caso del marito.
Deng e Hua si erano conosciuti in una chat online nel 2006 quando, finita la scuola, lavorava lei stessa nei laboratori che pullulano in tutto il Guangdong, cuore del boom manifatturiero della Cina, e dove si producono abiti, giocattoli, e prodotti elettronici. Proprio in una delle riunioni organizzate in una fabbrica da Hua per informare i lavoratori sui propri diritti era scattata la scintilla.
L'ultima indagine aveva portato Hua a lavorare in incognito dentro uno stabilimento del Gruppo Huajian a Dongguan, che da anni produce milioni di paia di scarpe all'anno per marchi occidentali incluso quello di Ivanka Trump. Huajian ha fabbriche non solo in Cina ma anche in Etiopia. Un primo avvertimento era stato quando,mentre cercava di andare ad Hong Kong, la polizia l'aveva fermato e "portato a pranzo" suggerendogli di abbandonare l'indagine. Ma Hua insieme ai suoi compagni Li Zhao e Su Heng non si era fermato finendo nella fabbrica di Ganzhou dove è avvenuto l'arresto.
China Labor Watch, che da oltre 15 anni è impegnata nella denuncia delle condizioni di lavoro nel Paese, sostiene che le autorità non avevano mai fatto mosse del genere.