A Napoli il "flash mob della mutanda" contro le chiusure in zona rossa
La manifestazione in una delle strade simbolo dello shopping napoletano
Lo hanno chiamato "il flash mob della mutanda". I negozianti di Chiaia hanno manifestato questa mattina in via Filangieri, una delle strade simbolo dello shopping napoletano, formando una catena umana con una particolarità: tra una mano e l'altra i manifestanti reggevano un paio di mutande, capo d'abbigliamento intimo diventato ormai simbolo della protesta dei commercianti napoletani. Da diversi giorni infatti, molti negozi del centro cittadino stanno esponendo alle vetrine capi di abbigliamento intimo, la cui vendita è permessa anche in zona rossa. Una catena umana che dunque rispetta anche le norme di distanziamento, con le mutandine a fare da unione e metaforicamente da collante.
I negozianti di Napoli sono scesi in piazza per ribadire con forza il loro no alla chiusura della zona rossa che va avanti da settimane. "Scendiamo in piazza - spiega Roberta Bacarelli, presidente di Federmoda - e lo facciamo a nostro modo, con una protesta garbata che faccia capire a chi di dovere che non siamo noi gli untori. Perpetuiamo con la mutanda che è diventato il nostro simbolo di protesta".
A partecipare sono non solo i negozianti, i rappresentanti, i dipendenti, ma tantissimi clienti che hanno voluto esprimere la loro solidarietà. "Questo ci gratifica molto - dice Bacarelli - la solidarietà che arriva da loro, ci dà la forza di continuare a lottare e di andare avanti, in un momento in cui molti stanno cedendo le armi. Un'idea vincente fortemente voluta da Federmoda Confcommercio, che in pochissimo ha travolto come un'onda la provincia tutta, da Salerno, a Caserta, a Pompei e Castellammare. Abbiamo riaperto con l'aggiunta di un codice Ateco che ci permette di vendere abbigliamento intimo o sportivo, è una provocazione ma è anche un modo per andare avanti".
"I negozi - spiegano Carla della Corte, presidente Confcommercio - attuano tutte le norme di sicurezza, e non sono certamente luoghi dove si crea assembramento. Cinque mesi di chiusure forzate hanno seriamente danneggiato le nostre attività e messo a rischio i posti di lavoro dei nostri dipendenti. Con questa protesta vogliamo che il governo capisca che continuare a tenerci chiusi sarebbe un grande errore. Si rischia di far chiudere per sempre aziende che rappresentano una fetta importantissima del terziario".
I negozianti di Napoli sono scesi in piazza per ribadire con forza il loro no alla chiusura della zona rossa che va avanti da settimane. "Scendiamo in piazza - spiega Roberta Bacarelli, presidente di Federmoda - e lo facciamo a nostro modo, con una protesta garbata che faccia capire a chi di dovere che non siamo noi gli untori. Perpetuiamo con la mutanda che è diventato il nostro simbolo di protesta".
A partecipare sono non solo i negozianti, i rappresentanti, i dipendenti, ma tantissimi clienti che hanno voluto esprimere la loro solidarietà. "Questo ci gratifica molto - dice Bacarelli - la solidarietà che arriva da loro, ci dà la forza di continuare a lottare e di andare avanti, in un momento in cui molti stanno cedendo le armi. Un'idea vincente fortemente voluta da Federmoda Confcommercio, che in pochissimo ha travolto come un'onda la provincia tutta, da Salerno, a Caserta, a Pompei e Castellammare. Abbiamo riaperto con l'aggiunta di un codice Ateco che ci permette di vendere abbigliamento intimo o sportivo, è una provocazione ma è anche un modo per andare avanti".
"I negozi - spiegano Carla della Corte, presidente Confcommercio - attuano tutte le norme di sicurezza, e non sono certamente luoghi dove si crea assembramento. Cinque mesi di chiusure forzate hanno seriamente danneggiato le nostre attività e messo a rischio i posti di lavoro dei nostri dipendenti. Con questa protesta vogliamo che il governo capisca che continuare a tenerci chiusi sarebbe un grande errore. Si rischia di far chiudere per sempre aziende che rappresentano una fetta importantissima del terziario".