Nuovo studio su Encelado conferma: la luna di Saturno potrebbe sostenere la vita
Secondo le analisi del Southwest Research Institute sui dati della sonda Cassini, la struttura interna di Encelado potrebbe essere molto più complessa di quanto si ritenesse in precedenza
Nuovi indizi che l'oceano nascosto sotto i ghiacci di una delle più suggestive lune di Saturno, Encelado, è in grado di ospitare la vita. A rivelarlo le analisi della composizione dei geyser della luna, basate sui dati della sonda Cassini.
Pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters la ricerca è stata condotta sotto la guida di Christopher Glein, del Southwest Research Institute di San Antonio, in Texas (Swri). "Le condizioni chimiche dell'oceano di Encelado offrono un allettante suggerimento che potrebbero esistere condizioni favorevoli alla vita sotto la crosta ghiacciata della luna" ha rilevato uno degli autori, Hunter Waite dello Swri, responsabile scientifico dello spettrometro di massa INMS (Ion and Neutral Mass Spectrometer) di Cassini.
Comprendendo la composizione dei geyser della luna, i ricercatori possono infatti avere informazioni sull'oceano e capire se fornisce condizioni ospitali per la vita.
La ricerca si è basata sui dati raccolti dalla sonda Cassini durante il sorvolo di Encelado del 28 ottobre 2015, due anni prima della fine della missione. Mostra che la CO2 presente nei geyser potrebbe essere il frutto di reazioni chimiche che avvengono tra il nucleo roccioso della luna e l'acqua dell'oceano. Questo indica che il nucleo e l'oceano sono chimicamente complessi.
A rafforzare l'ipotesi che l'oceano abbia una composizione chimica ospitale per la vita è stata anche la scoperta nei geyser di silice e idrogeno molecolare (h2), che sono spie della presenza di sorgenti idrotermali sul fondale. Nell'oceano terrestre, per esempio, le sorgenti idrotermali emettono fluidi caldi, ricchi di energia e minerali, che permettono a ecosistemi unici di prosperare. L'interfaccia tra un nucleo complesso e l'acqua di mare, secondo Waite, "potrebbe potenzialmente creare fonti di energia che potrebbero sostenere la vita".
Pubblicata sulla rivista Geophysical Research Letters la ricerca è stata condotta sotto la guida di Christopher Glein, del Southwest Research Institute di San Antonio, in Texas (Swri). "Le condizioni chimiche dell'oceano di Encelado offrono un allettante suggerimento che potrebbero esistere condizioni favorevoli alla vita sotto la crosta ghiacciata della luna" ha rilevato uno degli autori, Hunter Waite dello Swri, responsabile scientifico dello spettrometro di massa INMS (Ion and Neutral Mass Spectrometer) di Cassini.
Comprendendo la composizione dei geyser della luna, i ricercatori possono infatti avere informazioni sull'oceano e capire se fornisce condizioni ospitali per la vita.
La ricerca si è basata sui dati raccolti dalla sonda Cassini durante il sorvolo di Encelado del 28 ottobre 2015, due anni prima della fine della missione. Mostra che la CO2 presente nei geyser potrebbe essere il frutto di reazioni chimiche che avvengono tra il nucleo roccioso della luna e l'acqua dell'oceano. Questo indica che il nucleo e l'oceano sono chimicamente complessi.
A rafforzare l'ipotesi che l'oceano abbia una composizione chimica ospitale per la vita è stata anche la scoperta nei geyser di silice e idrogeno molecolare (h2), che sono spie della presenza di sorgenti idrotermali sul fondale. Nell'oceano terrestre, per esempio, le sorgenti idrotermali emettono fluidi caldi, ricchi di energia e minerali, che permettono a ecosistemi unici di prosperare. L'interfaccia tra un nucleo complesso e l'acqua di mare, secondo Waite, "potrebbe potenzialmente creare fonti di energia che potrebbero sostenere la vita".