Hong Kong. Vietato ricordare Tienanmen: Victoria Park blindato, almeno 6 arresti
Per la prima volta in 32 anni il luogo della tradizionale veglia in memoria delle vittime della repressione di piazza Tienanmen è rimasto vuoto: la polizia di Hong Kong ha blindato il parco impedendo ai manifestanti di accedere. Candele e smartphone accesi tra la folla bloccata all'esterno che ha sfidato le sanzioni pur di manifestare.
La polizia di Hong Kong ha eseguito almeno sei arresti, di cui 4 uomini e due donne di età compresa tra i 20 e i 75 anni, in relazione alle manifestazioni legate alla commemorazione del 32esimo anniversario della strage di Piazza Tienanmen. L'ultimo bollettino serale postato dalle forze dell'ordine sull'account ufficiale di Facebook ha precisato che le contestazioni alle persone fermate includono l'incitamento ad altri a partecipare a un'assemblea non autorizzata, assalto, danni e condotta illegale in pubblico e ostruzione alle attività di polizia.
3.000 agenti a Victoria Park, il parco a est del quartiere centrale degli affari, dove ogni anno il 4 giugno migliaia di persone si riuniscono in quella che è storicamente la manifestazione più partecipata al mondo in ricordo del massacro del 1989 a Pechino ma anche un simbolo delle aspirazioni pro democrazia dei cittadini dell'ex colonia britannica. Anche nel 2020 una grande folla si riunì nel parco sfidando i divieti emanati in base alle misure di restrizione per contenere la pandemia di covid-19, ma quest'anno le autorità hanno messo in atto un giro di vite in forza della legge sulla sicurezza nazionale cinese approvata l'anno scorso.
Diverse centinaia di persone rischiando pesanti sanzioni, hanno sfidato il divieto della polizia di partecipare alla veglia. Attraverso Facebook-live alcune persone sul posto hanno trasmesso in diretta da Victoria Park la manifestazione di centinaia di attivisti con in mano le torce dei cellulari e le candele accese. Alcuni erano vestiti di nero con maschere o indumenti gialli, colori associati al movimento pro-democrazia dell'ex colonia britannica. La polizia sul posto aveva bloccato gli ingressi al parco, ma i manifestanti - nonostante gli appelli a disperdersi - si sono riuniti ordinatamente all'esterno e hanno partecipato una veglia in movimento per il 32esimo anniversario di Tienanmen.
Tensione nel tardo pomeriggio a ridosso dell'orario della veglia. In previsione di assembramenti non autorizzati, le forze dell'ordine hanno effettuato blocchi stradali, e schierato due blindati e un cannone ad acqua, ha riportato il South China Morning Post. Il dispiegamento di blindati era diventata prassi della polizia per contenere le proteste pro-democrazia del 2019, ma è la prima volta che i mezzi sono comparsi in città in occasione dell'anniversario del 4 giugno 1989.
In precedenza, la polizia aveva fermato il traffico e istituito blocchi stradali su alcune delle principali strade di scorrimento del traffico della città per effettuare i "controlli antisommossa" causando lunghe code durante l'ora di punta serale. Già dal primo pomeriggio, la polizia aveva schierato circa 7.000 agenti per controllare la situazione ed evitare assembramenti di persone alla veglia non autorizzata. Circa tremila uomini stati schierati al Victoria Park e è stato vietato l'accesso in molte aree già dalle 14 locali, con la polizia che ha avvertito i residenti a non recarsi nella zona e non tentare di forzare i blocchi, senza fissare un orario sull'eventuale ritorno alla normalità. Nel quartiere operaio di Mong Kok sono scoppiati piccoli tafferugli a causa delle tensioni. In mattinata la polizia ha arrestato Chow Hang Tung, vicepresidente della Hong Kong Alliance in Support of Patriotic Democratic Movements of China.
Per decenni, Hong Kong è stata una delle due sole città della Cina in cui era permesso ricordare la repressione dei manifestanti pro-democrazia in piazza Tienanmen. Nel 1989, centinaia di migliaia di manifestanti si riunirono in piazza per chiedere democrazia, meno censura e più libertà di parola. Il 4 giugno l'esercito cinese fece irruzione nella piazza con l'ordine di sgomberarla, aprendo il fuoco e arrestando i manifestanti. Il numero delle vittime del massacro che seguì l'intervento voluto dal governo di Pechino varia da centinaia a diverse migliaia a seconda delle stime.