Formaggio, granchi e soldati. Boris Johnson in Scozia ribadisce la "forza dell'unione"
Il premier britannico sfida gli indipendentisti: "Insieme più forti contro il coronavirus"
Ha visitato un caseificio partecipando alla lavorazione del formaggio e si è intrattenuto con i pescatori di granchi delle Isole Orcadi. Boris Johnson trascorre la vigilia del suo primo anniversario da premier del Regno Unito in Scozia, al centro dello scontro con gli indipendentisti locali dell'Snp e già teatro del suo viaggio di esordio da inquilino di Downing Street.
"L'unità della Gran Bretagna come un valore, ma anche come una necessità di fronte all'emergenza coronavirus". Questo è il messaggio del premier, sbarcato nel remoto arcipelago delle Orcadi, dove ha in programma fra l'altro di visitare i militari di Sua Maestà nella base dove era stato per l'ultima volta in occasione della campagna elettorale di dicembre, prima dello stop generale imposto dalla pandemia.
"Gli ultimi sei mesi hanno dimostrato esattamente perché lo storico e sincero legame che unisce le quattro nazioni del nostro Paese sia così importante", ha detto il primo ministro Tory, la cui esperienza di governo è costretta ora a confrontarsi con il terremoto economico innescato dal coronavirus oltre che con la sfida della Brexit, rivendicando la risposta più efficace all'emergenza resa possibile da un Regno "unito" e dagli aiuti distribuiti equamente da Londra nell'emergenza.
A cominciare dai sussidi di Stato (sorta di super cassa integrazione del tutto inedita sull'isola) versati da mesi per pagare fino all'80% del salario a milioni di lavoratori 'congelati' a casa dalle aziende in lockdown: incluso "un terzo di tutta la forza lavoro della Scozia". Parole a cui la First Minister indipendentista del governo locale di Edimburgo, Nicola Sturgeon, ha risposto piccata evidenziando al contrario lacune e ritardi imputati a Johnson e ai suoi ministri. Tra i due non c'è nessun incontro in programma.
"L'unità della Gran Bretagna come un valore, ma anche come una necessità di fronte all'emergenza coronavirus". Questo è il messaggio del premier, sbarcato nel remoto arcipelago delle Orcadi, dove ha in programma fra l'altro di visitare i militari di Sua Maestà nella base dove era stato per l'ultima volta in occasione della campagna elettorale di dicembre, prima dello stop generale imposto dalla pandemia.
"Gli ultimi sei mesi hanno dimostrato esattamente perché lo storico e sincero legame che unisce le quattro nazioni del nostro Paese sia così importante", ha detto il primo ministro Tory, la cui esperienza di governo è costretta ora a confrontarsi con il terremoto economico innescato dal coronavirus oltre che con la sfida della Brexit, rivendicando la risposta più efficace all'emergenza resa possibile da un Regno "unito" e dagli aiuti distribuiti equamente da Londra nell'emergenza.
A cominciare dai sussidi di Stato (sorta di super cassa integrazione del tutto inedita sull'isola) versati da mesi per pagare fino all'80% del salario a milioni di lavoratori 'congelati' a casa dalle aziende in lockdown: incluso "un terzo di tutta la forza lavoro della Scozia". Parole a cui la First Minister indipendentista del governo locale di Edimburgo, Nicola Sturgeon, ha risposto piccata evidenziando al contrario lacune e ritardi imputati a Johnson e ai suoi ministri. Tra i due non c'è nessun incontro in programma.