Codice da Vinci, l'Università Federico II di Napoli acquista e salva il manoscritto apografo
L'università Federico II ha acquistato e digitalizzato il codice apografo sulla pittura del 1500, che sarà custodito nella biblioteca dell'ateneo. Fu pubblicato in Francia nel 1651 e per la seconda volta proprio a Napoli, nel 1733
È stato presentato nell'aula Pessina, dal rettore dell'università Federico II, un apografo di Leonardo da Vinci risalente alla fine del Cinquecento. Preziose pagine che compongono "Il trattato della pittura", che digitalizzato sarà fruibile a tutti gli studenti nella biblioteca di ateneo. Un'opera che si va ad aggiungere al patrimonio di libri antichi e manoscritti in possesso dell'università Federico II di Napoli.
Il codice apografo era custodito da una ricca famiglia napoletana, i Brodetti, che da secoli lo conservavano nella propria collezione privata. Quanto al manoscritto originale si trova in Vaticano, "ed è composto da una serie di appunti di Leonardo riordinati da Francesco Melzi, suo pupillo, che lo ha seguito fino in Francia dove il testo fu scritto da sinistra verso destra.
L'apografo - ha spiegato Alfredo Buccaro, direttore del centro interdipartimento di ricerca sull'iconografia europea e esperto leonardiano - ha invece una mano fiorentina o mantovana". Il trattato della pittura contiene una serie di indicazioni sulle tecniche della rappresentanza della figura umana, dell'architettura e del paesaggio e tecniche di ottica e prospettiva. "Un paio d'anni fa esperti studiosi di Leonardo hanno scoperto che questo apografo risaliva a un codice redatto proprio dal da Vinci. La scelta di acquistarlo - ha detto Roberto delle Donne, presidente del centro di ateneo per le biblioteche 'Roberto Pettorino' - è stata dettata dalla nostro volontà di impedire che il testo venisse portato all'estero. La famiglia che lo custodiva sapeva dell'importanza del manoscritto ma ignorava che appartenesse alla tradizione leonardiana, poi accertata da molti studiosi. Il pregio di questo codice - ha sottolineato - sta soprattutto nelle immagini presenti. ci sono anche altri codici molto ricchi dal punto di vista della tradizione testuale risalenti alla fine del sedicesimo secolo ma senza dubbio sono meno accurati dal punto di vista delle immagini".