Auguri a Sandra Milo. Da Fellini a Risi la carriera di una bionda 'pericolosa'
L'attrice taglia il traguardo degli 84 anni. Tra i film che la resero celebre: "8 1/2" e "Giulietta degli spiriti", entrambi diretti da Federico Fellini, "Frenesia dell'estate" di Luigi Zampa e "L'ombrellone" di Dino Risi
"A Cinecittà ero arrivata per affermarmi. Volevo farcela e per riuscire nell’intento mi mimetizzai. Alle mie colleghe sembravo leggera, vacua, inoffensiva. Ero pericolosa invece, ma se ne resero conto quando era troppo tardi". A parlare è Sandra Milo, una delle protagoniste del cinema italiano degli anni '60, che taglia il traguardo degli 84 anni. L'attrice confessa: "Mi sono divertita. Con il cinema ho avuto un rapporto strano". E poi ricorda l'incontro con Federico Fellini che la volle tra i protagonisti di uno dei suoi capolavori:"8 1/2": "Credo di essermi innamorata di Fellini la prima volta che l’ho visto. Federico era speciale. Aveva una mente complessa, un occhio acuto capace di andare molto oltre le apparenze. Scopriva cose che gli altri ignoravano. Anche se poi affrontava i suoi temi con facilità, rendendoli comprensibili a tutti, non era facile capirlo né lui amava farsi leggere chiaramente". Con il 'maestro' girò anche "Giulietta degli spiriti". Per entrambi i film vinse il Nastro d'argento come miglior attrice non protagonista. È stata anche diretta, fra i tanti, da Luigi Zampa in "Frenesia dell'estate" (1963), da Dino Risi in "L'ombrellone" (1965), a fianco di Enrico Maria Salerno, da Antonio Pietrangeli in "La visita" (1963), sicuramente la sua caratterizzazione più complessa e riuscita. La sua burrascosa vita sentimentale, il matrimonio con Moris Ergas (da cui nacque Deborah, giornalista televisiva) e una successiva unione con il Dottor Ottavio De Lollis (con la nascita di Ciro e poi di Azzurra), misero in secondo piano la sua attività cinematografica, che interruppe definitivamente in favore della famiglia: "Al cinema per senso ancestrale del dovere ho sempre anteposto figli e famiglia - spiega Milo - I mariti non volevano che recitassi, ogni tanto invece non andava a me". Solo nel 1982 tornò al cinema per alcune apparizioni ("Grog" di Francesco Laudadio e "Cenerentola '80" di Roberto Malenotti), ma intanto si delineava già la sua nuova carriera televisiva. La partecipazione come conduttrice di un ciclo di cinque puntate di "Studio Uno" nel 1966 e l'intervista concessa a Luigi Silori per Uomini e "Libri" nel 1962 esauriscono le sue esperienze Rai della sua giovinezza artistica. Negli anni 90 condusse per la Rai: "L'amore è una cosa meravigliosa". Poi il passaggio alla Finivest dove guida il programma "Cari genitori". Nel 2016, tra gli ultimi lavori, ricordiamo la partecipazione alla commedia teatrale "Una fidanzata per papà" con Stefano Antonucci, Savino Zaba, Angela Melillo.