Libia, intervista a Khalifa Haftar: "I terroristi contro cui mi batto sono anche i vostri nemici"
La Libia nel caos. Due governi, uno a Tripoli e uno a Tobruk. Milizie armate, alcune affiliate ai movimenti jihadisti, si contendono il controllo del territorio e dei pozzi petroliferi. Per capirne di più, Gian Micalessin ha intervistato uno dei protagonisti. E' il 72enne generale Khalifa Haftar, capo delle forze del governo di Tobruk, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale. Haftar si muove nelle vicende libiche dal 1969, quando partecipò, al colpo di stato con Gheddafi, di cui poi divenne oppositore in esilio.
Il mondo ha incominciato a conoscerlo nel febbraio 2014 quando in un'intervista ad Al Arabya minacciò di prendere le armi per destituire il Congresso eletto nel 2012 e caduto sotto il controllo degli islamisti. In verità questo generale 72enne è un protagonista delle vicende libiche sin dal 1969 quando partecipò, al fianco di Muhammar Gheddafi, al colpo di stato che destituì la monarchia. Catturato in Ciad mentre guidava la campagna voluta dal Colonnello per assumere il controllo di quel paese ruppe con il regime si fece liberare e si trasferì negli Stati Uniti dove collaborò con la Cia. Dalla Virginia tentò di organizzare alcune operazioni per abbattere il regime, ma senza successo. Rientrato in Libia dopo la rivoluzione del 2011 si è immediatamente schierato contro le milizie islamiste tentando di ricostituire un embrione di esercito.
Nel 2014 ha lanciato una sanguinosa campagna contro gli estremisti islamici di Ansar Sharia insediatisi a Bengasi. Dopo lo scoppio della guerra civile dell'agosto 2014 che ha portato alla divisione in due del paese comanda le forze del governo di Tobruk. Gli aerei sotto il suo comando hanno ripetutamente bombardato le installazioni militari sotto il controllo della coalizione islamista che governa Tripoli. Nel marzo 2015 il Parlamento in esilio a Tobruk lo ha nominato Capo di stato maggiore.