Londra, #PeoplesVoteMarch, per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit
Un imponente corteo per le strade della Capitale. Il sindaco Khan: "Nel 2016 non si era parlato di 'no deal', ora i britannici devono dire la loro'
Decine di migliaia di persone, 670 mila secondo gli organizzatori, hanno marciato oggi a Londra per chiedere un referendum sull'accordo finale sulla Brexit, ancora in corso di negoziato tra Londra e Bruxelles.
Accompagnata da un mite sole autunnale, la processione di manifestanti provenienti da tutto il Paese, arrivati a bordo di oltre 150 autobus, ha cominciare a marciare per il centro della capitale britannica a mezzogiorno, dirigendosi verso il Parlamento. Tra loro ci sono molti cittadini europei, rappresentati in particolare da "The3Million", un gruppo che difende gli interessi di circa 3,7 milioni di europei che vivono nel Regno Unito. Hanno risposto all'appello di "People's Vote", un movimento militante per un "voto popolare" che riunisce diverse associazioni pro Ue. All'ultima parata di questo tipo, a giugno, erano state radunate circa 100 mila persone e gli organizzatori sperano di superare il numero, con l'evento "più grande" e "più rumoroso" mai organizzato per il voto.
Gli organizzatori ritengono che i britannici, che hanno votato per il 52% a favore dell'uscita dall'Ue nel referendum del 23 giugno 2016, avrebbero votato diversamente se fossero stati a conoscenza dei reali problemi della Brexit.
Difficilmente però la manifestazione riuscirà a convincere la premier Theresa May, fortemente contraria all'idea di riportare i cittadini alle urne per dire la propria sui negoziati che finora non sono andati molto bene. "Non ci sarà nessun secondo referendum, la gente ha votato", ha dichiarato May mercoledì, decisa a "concretizzare" il risultato del voto.
Khan: "Nel 2016 non si era parlato di 'no deal', ora i britannici devono dire la loro"
Quando nel 2016 i britannici andarono a votare per il referendum sulla Brexit "nessuno aveva parlato del rischio di un mancato accordo" con l'Ue. Così il sindaco di Londra Sadiq Khan a margine della grande manifestazione. "Qui non stiamo chiedendo un secondo o un terzo referendum. Qui stiamo dicendo che la maggior parte delle promesse fatte due anni fa non si sono concretizzate, nessuno parlava di una 'cattiva Brexit' o di un no-deal. In queste circostanze la cosa più democratica da fare è dare al popolo britannico il diritto di dire se accettano o meno il risultato nei negoziati tra il governo e l'Ue", ha sottolineato il primo cittadino. "Non c'è niente di più democratico né più britannico", ha sottolineato Khan.
Accompagnata da un mite sole autunnale, la processione di manifestanti provenienti da tutto il Paese, arrivati a bordo di oltre 150 autobus, ha cominciare a marciare per il centro della capitale britannica a mezzogiorno, dirigendosi verso il Parlamento. Tra loro ci sono molti cittadini europei, rappresentati in particolare da "The3Million", un gruppo che difende gli interessi di circa 3,7 milioni di europei che vivono nel Regno Unito. Hanno risposto all'appello di "People's Vote", un movimento militante per un "voto popolare" che riunisce diverse associazioni pro Ue. All'ultima parata di questo tipo, a giugno, erano state radunate circa 100 mila persone e gli organizzatori sperano di superare il numero, con l'evento "più grande" e "più rumoroso" mai organizzato per il voto.
Gli organizzatori ritengono che i britannici, che hanno votato per il 52% a favore dell'uscita dall'Ue nel referendum del 23 giugno 2016, avrebbero votato diversamente se fossero stati a conoscenza dei reali problemi della Brexit.
Difficilmente però la manifestazione riuscirà a convincere la premier Theresa May, fortemente contraria all'idea di riportare i cittadini alle urne per dire la propria sui negoziati che finora non sono andati molto bene. "Non ci sarà nessun secondo referendum, la gente ha votato", ha dichiarato May mercoledì, decisa a "concretizzare" il risultato del voto.
Khan: "Nel 2016 non si era parlato di 'no deal', ora i britannici devono dire la loro"
Quando nel 2016 i britannici andarono a votare per il referendum sulla Brexit "nessuno aveva parlato del rischio di un mancato accordo" con l'Ue. Così il sindaco di Londra Sadiq Khan a margine della grande manifestazione. "Qui non stiamo chiedendo un secondo o un terzo referendum. Qui stiamo dicendo che la maggior parte delle promesse fatte due anni fa non si sono concretizzate, nessuno parlava di una 'cattiva Brexit' o di un no-deal. In queste circostanze la cosa più democratica da fare è dare al popolo britannico il diritto di dire se accettano o meno il risultato nei negoziati tra il governo e l'Ue", ha sottolineato il primo cittadino. "Non c'è niente di più democratico né più britannico", ha sottolineato Khan.