Dipinti barocchi, stampe settecentesche e statue mitologiche sul lago di Como
Si possono ammirare dal 22 giugno al 3 novembre nell'ambito della mostra sugli splendori settecenteschi di Villa Carlotta
"Splendori del Settecento sul Lago di Como: Villa Carlotta e i Marchesi Clerici”. E' il titolo della mostra che si aprirà il prossimo 22 giugno, per chiudersi il 3 novembre L'Ente Villa Carlotta prosegue il percorso di riscoperta della propria storia focalizzando l’attenzione sulle sue origini.
Dipinti di Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga
L'esposizione ruota attorno a un nucleo di dipinti barocchi che fin dall’origine appartenevano al patrimonio della villa e rappresentano la più importante testimonianza superstite sul lago di Como del gusto e della committenza artistica dei Clerici. Si tratta dei tre grandi quadri che decoravano l’Oratorio di San Francesco Saverio e la loro realizzazione fu affidata a tre dei maggiori artisti attivi in Lombardia alla fine del Seicento: Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga.
Restaurato appositamente per questa occasione, il ciclo di tele tornerà negli spazi di Villa Clerici e vi troverà una collocazione non effimera, grazie al comodato con la Curia vescovile di Como che consentirà di arricchire il percorso museale di Villa Carlotta con una sala dedicata ai suoi primi proprietari, i marchesi Clerici, e alla loro committenza.
Una sezione dedicata a una serie di stampe settecentesche
Una sezione della mostra sarà invece incentrata sulla spettacolare serie di stampe settecentesche di Marcantonio Dal Re - da poco entrate a far parte delle collezioni del museo - che raffigurano la villa e il suo giardino all’epoca in cui era di proprietà del marchese Anton Giorgio Clerici, ultimo grande esponente del ramo principale della casata.
Ai protagonisti di queste vicende, i marchesi Clerici - una delle famiglie più facoltose e politicamente più importanti in Lombardia tra Sei e Settecento - sarà dedicata una sezione specifica, in cui verranno presentati alcuni ritratti di membri del casato e delle stampe settecentesche delle residenze di villeggiatura della famiglia.
La sfolgorante galleria rococò del loro palazzo di Milano, affrescata da Tiepolo, sarà evocata attraverso la multimedialità, così come la grande tela conservata presso il Castello Sforzesco di Milano che raffigura L’ingresso di Anton Giorgio Clerici al Quirinale nelle vesti di ambasciatore di Maria Teresa d’Austria al conclave del 1758. E' prevista inoltre la presentazione di una serie di abiti maschili e femminili del XVIII secolo, in prestito da un’importante collezione privata.
Statue mitologiche e scenografiche rampe di scale
Nell’ottica di un’efficace integrazione tra opere esposte e contesto saranno dedicati approfondimenti specifici alle testimonianze risalenti all’epoca dei Clerici ancora individuabili nella villa e nel parco, a partire dalla serie di statue mitologiche collocate sulla balaustrata verso il lago per giungere fino alla fontana di Arione e alle scenografiche rampe di scale che collegano la parte bassa del giardino all’ingresso dell’edificio.
Decorazioni stanze
All’interno, invece, il lascito più evidente della prima fase di storia della villa è la decorazione di alcune stanze al secondo piano, dove una fascia con finte architetture e fiori, affrescata nel ‘700, dialoga con i soffitti lignei dipinti, del tipo detto ‘a passasotto’, tipico delle residenze aristocratiche lombarde del XVII e XVIII secolo.
Dipinti di Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga
L'esposizione ruota attorno a un nucleo di dipinti barocchi che fin dall’origine appartenevano al patrimonio della villa e rappresentano la più importante testimonianza superstite sul lago di Como del gusto e della committenza artistica dei Clerici. Si tratta dei tre grandi quadri che decoravano l’Oratorio di San Francesco Saverio e la loro realizzazione fu affidata a tre dei maggiori artisti attivi in Lombardia alla fine del Seicento: Legnanino, Filippo Abbiati e Paolo Cazzaniga.
Restaurato appositamente per questa occasione, il ciclo di tele tornerà negli spazi di Villa Clerici e vi troverà una collocazione non effimera, grazie al comodato con la Curia vescovile di Como che consentirà di arricchire il percorso museale di Villa Carlotta con una sala dedicata ai suoi primi proprietari, i marchesi Clerici, e alla loro committenza.
Una sezione dedicata a una serie di stampe settecentesche
Una sezione della mostra sarà invece incentrata sulla spettacolare serie di stampe settecentesche di Marcantonio Dal Re - da poco entrate a far parte delle collezioni del museo - che raffigurano la villa e il suo giardino all’epoca in cui era di proprietà del marchese Anton Giorgio Clerici, ultimo grande esponente del ramo principale della casata.
Ai protagonisti di queste vicende, i marchesi Clerici - una delle famiglie più facoltose e politicamente più importanti in Lombardia tra Sei e Settecento - sarà dedicata una sezione specifica, in cui verranno presentati alcuni ritratti di membri del casato e delle stampe settecentesche delle residenze di villeggiatura della famiglia.
La sfolgorante galleria rococò del loro palazzo di Milano, affrescata da Tiepolo, sarà evocata attraverso la multimedialità, così come la grande tela conservata presso il Castello Sforzesco di Milano che raffigura L’ingresso di Anton Giorgio Clerici al Quirinale nelle vesti di ambasciatore di Maria Teresa d’Austria al conclave del 1758. E' prevista inoltre la presentazione di una serie di abiti maschili e femminili del XVIII secolo, in prestito da un’importante collezione privata.
Statue mitologiche e scenografiche rampe di scale
Nell’ottica di un’efficace integrazione tra opere esposte e contesto saranno dedicati approfondimenti specifici alle testimonianze risalenti all’epoca dei Clerici ancora individuabili nella villa e nel parco, a partire dalla serie di statue mitologiche collocate sulla balaustrata verso il lago per giungere fino alla fontana di Arione e alle scenografiche rampe di scale che collegano la parte bassa del giardino all’ingresso dell’edificio.
Decorazioni stanze
All’interno, invece, il lascito più evidente della prima fase di storia della villa è la decorazione di alcune stanze al secondo piano, dove una fascia con finte architetture e fiori, affrescata nel ‘700, dialoga con i soffitti lignei dipinti, del tipo detto ‘a passasotto’, tipico delle residenze aristocratiche lombarde del XVII e XVIII secolo.