Etiopia. Allarme UNHCR: 40.000 in fuga dai combattimenti nel Tigrè, crisi umanitaria in Sudan
40.000 rifugiati etiopi hanno attraversato il confine con il Sudan orientale dall'inizio della crisi. Più di 5.000 in fuga dai combattimenti nel Tigrè durante il fine settimana. Oggi il conflitto all'ordine del giorno di un Consiglio di Sicurezza virtuale dell'Onu.
Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite quasi la metà dei 40.000 rifugiati sono bambini sotto i 18 anni e circa 700 donne in gravidanza. Almeno nove hanno partorito appena giunte in Sudan. Sono passate tre settimane da quando il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha inviato le truppe del governo federale in Tigrè dopo aver accusato le forze della regione di aver attaccato una base militare. Il governo di Abiy e quello regionale non si riconoscono, e il premier Nobel per la pace ha avvertito domenica scorsa che è imminente un attacco finale per prendere la capitale del Tigrè.
I civili si trovano in mezzo a quello che alcuni esperti descrivono come un conflitto simile a una guerra tra Stati, tanto pesantemente è armata ogni parte. Molti profughi sanno a malapena perché sono dovuti fuggire. Ora, persone di tutte le classi, da banchieri a agricoltori di sussistenza, trascorrono fino a due settimane nei cosiddetti centri di transito, in rifugi di fortuna in un ambiente arido, quasi privo di alberi appena oltre il confine in Sudan.
Alcuni rifugiati hanno poco per proteggersi dal caldo e dal sole. Gli uomini hanno iniziato a tessere l'erba secca per costruire capanne temporanee. Il virus del COVID-19 potrebbe circolare tra la folla di profughi ma la loro angoscia è altrove e indossano più croci al collo che mascherine. Gli abitanti dei villaggi sudanesi sono stati elogiati per la loro generosità, ma anche loronon hanno molto da poter condividere..
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite terrà oggi il suo primo incontro sul conflitto nella regione dissidente del Tigrè, in Etiopia. L'incontro virtuale non sarà aperto al pubblico e non è ancora chiaro se in seguito verrà rilasciato un comunicato. Lo riferiscono fonti diplomatiche che definiscono la discussione "informale".