Massimiliano Allegri, lo scudetto e l'eredità di Conte
Era il 16 luglio quando Massimiliano Allegri provava a convincere i tifosi della Juventus che lui sarebbe stato l'allenatore giusto. Era il suo primo giorno a Torino, il primo allenamento con la squadra e la visita al museo dei bianconeri. A fare da guida il presidente Agnelli e il direttore sportivo Marotta tra maglie di vecchie glorie bianconere e trofei. Ma era il passato più recente, quello dei tre anni e dei tre scudetti di Conte a provocare intorno ad Allegri scettismo, perplessità e qualche insulto. Pesava il suo passato sulla panchina del Milan, i continui battibecchi con la dirigenza bianconera sul gol non dato a Muntari e i dubbi sul suo rapporto con Pirlo. Dieci mesi dopo è cambiato tutto: il livornese dalla battuta pronta ma mai sopra le righe ha conquistato tutti, regalando ai bianconeri una delle stagioni più belle da dodici anni a questa parte. Il servizio di Alberto Gioffreda