Sogno (ma forse no): così l'opera di Pirandello ricorda un film espressionista
L'atto unico del drammaturgo siciliano torna in scena a Roma
La grande influenza surrealista del periodo e alcuni temi tipici della sua poetica fanno della pièce un piccolo gioiello di inganni: una moltiplicazione di piani che si intersecano e si sviluppano in un groviglio di verità e finzioni. I personaggi sognano accadimenti che noi scopriremo reali, ma con prospettive diverse dalla realtà, tanto da lasciare anche lo spettatore nel dubbio di cosa sia realmente avvenuto e cosa sia invece il frutto di un incubo. In questa nuova versione, di cui vi proponiamo queste immagini, in scena dal 23 al 25 febbraio al Teatro di Documenti di Roma, la regia di Vittoria Faro ha un taglio cinematografico con continui richiami all’espressionismo tedesco: ricrea un’atmosfera di orrore e di angoscia con tagli di luci ed ombre che mantengono intatta la drammaticità della situazione con netti riferimenti al cinema muto degli anni ’20. Sul palcoscenico di Testaccio, oltre alla Faro, Ivan Giambirtone ed Elisabetta Ventura. (fonte: ufficio stampa)